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Nuoto, Mondiali Budapest 2017: Federica Pellegrini, il podio dei 200 stile libero è un obiettivo raggiungibile?

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Sono contenta della mia gara, ma le altre hanno viaggiato molto nella prima semifinale. Non si sono mai visti questi tempi per entrare in una finale Mondiale. Devo cercare di limare qualcosina, il mio nuoto è quello, vedremo domani, in una finale è tutto molto aperto, a parte, penso, la prima posizione. Ad ogni modo sono contenta di essermi data un’altra possibilità e non essermi fermata subito dopo Rio. Domani sarà una gara tiratissima“.

Sono queste le prime impressioni di Federica Pellegrini rilasciate ai media dopo l’esito della seconda semifinale dei 200 stile libero ai Mondiali di Budapest (Ungheria). La campionessa di Spinea, prima nella heat 2 con il crono di 1’55″58, ha nuotato decisamente bene, specie nell’ultima vasca coperta in 29.0. Un incedere importante che ha portato la veneta a mettere la mano davanti alla padrona di casa Katinka Hosszu. Tuttavia, come da lei stessa sottolineato, nell’altra semifinale le avversarie sono andate più forte.

L’americana Katie Ledecky, mostruosa come non mai, dopo aver vinto i 1500 stile libero si è tuffata nuovamente in acqua riuscendo a siglare il best time in 1’54″69. Una dimostrazione di forza pazzesca replicata, però, anche dall’australiana Emma McKeon, molto aggressiva nel primo 100 (55″61), e conclusa in 1’54″99. Una prestazione super che ha trascinato, per certi versi, anche la russa Veronika Popova al tempo di 1’55″08. Il podio dunque è sbarrato per la “Divina”?

Non è detto. Se è vero che il ritardo di mezzo secondo non è cosa trascurabile è altrettanto vero che Federica ha condotto una gara basandosi molto sul passaggio sia dell’ungherese che della svedese Michelle Coleman (out poi dalla finale) cercando di venir fuori negli ultimi 50 metri. L’azzurra, pertanto, dovrà scegliere un riferimento da seguire fin dal primo 50 per poi dare il 100% nella seconda parte. Verrebbe da dire che la “ruota” da battezzare, usando una terminologia ciclistica, è quella della McKeon, essendo l’aussie assai dotata anche in velocità.

Vero è che dal dire ed il fare c’è di mezzo il mare e bisognerà verificare come e quanto la Pellegrini saprà tener testa alle altre, partendo dal presupposto che per il podio sarà necessario un tempo da 1’54 alto, presumendo che l’alieno statunitense possa andare sull’1’53” e prenotare l’oro.

giandomenico.tiseo@oasport.it

Twitter: @Giandomatrix

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Foto da Diego Gasperoni

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