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Nuoto, Mondiali Budapest 2017. IL PAGELLONE. Detti, cuore e tattica. Martinenghi, febbre fatale

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GABRIELE DETTI 8.5: era una gara difficilissima. Serviva carattere, forza, tattica e anche un po’ di capacità di improvvisazione per uscire dall’acqua con una medaglia al collo. Gabriele Detti sapeva già tutto fin dall’inizio e impostare la gara su Horton per puntare al podio era la scelta giusta. E’ mancato qualcosa per centrare l’argento, il tempo non è il suo migliore ma il “mezzo slam”, come lo chiama lui, è completato e arriva l’en plein di medaglie nelle tre grandi competizioni internazionali. Una medaglia nella gara forse più attesa del Mondiale vale tantissimo e non è finita qui.

NICOLO’ MARTINENGHI 6.5: finora era andato tutto liscio nella stagione del varesino che esce ridimensionato fino a un certo punto da questa giornata che comunque non dimenticherà facilmente. Fallisce l’ingresso in una finale per entrare nella quale serviva il record italiano e Mondiale juniores. Lo fa dopo una giornata trascorsa a combattere le placche in gola (la voce gutturale è inequivocabile) e qualche linea di febbre e da questo nono posto, deludente solo per il mancato ingresso in finale, deve ripartire per acquisire ancora maggiore solidità.

ILARIA BIANCHI 6.5: Rispettiamo il voto che si dà lei stessa alla fine della semifinale. Avrebbe potuto anche entrarci in quella finale iridata che ha disputato solo una volta, a Barcellona 2013 ma le manca qualcosa nel finale. Gara lineare in mattinata e coraggiosa al pomeriggio. Serve un passaggio veloce e lo rispetta, salvo poi perdere brillantezza negli ultimi 20 metri. Intraprendenza da premiare.

PIERO CODIA 7: in quella che una volta era la “sua” gara sfiora per soli 10 centesimi l’ingresso in finale. Si comporta bene al mattino e tutto sommato anche al pomeriggio con uno dei suoi migliori crono (23”41). Non basta per entrare fra i migliori otto della specialità ma è comunque un buon lancio per la gara che oggi predilige, quei 100 dove promette di essere grande protagonista tra avversari stellari.

FABIO SCOZZOLI 6: Merita l’onore delle armi, se non altro perché fa segnare il miglior crono della stagione e, ampliando lo sguardo, delle ultime quattro stagioni, da Barcellona 2013 in poi. Sta lottando per tornare quello di una volta, peccato che lo Scozzoli di una volta non basti più neppure per una finale Mondiale perché i ragazzini terribili della rana sono sempre più forti. Ritrova la partenza fulminante, una subacquea performante ma gli manca tanto la fluidità nella fase nuotata e ritrovarla completamente non sarà facile.

GABRIELE DOTTO 5.5: Nella batteria rischia di rovinare tutto con un 49” che non è da lui nel lancio della staffetta veloic. Al pomeriggio fa meglio (48”64) ma non serve perché la squadra azzurra viene squalificata.

IVANO VENDRAME 6: Al mattino è bravissimo con un 47”8 lanciato che trascina l’Italia in finale. Al pomeriggio paga la tensione della prima finale iridata e combina un pasticcio nel cambio con Dotto, provocando la squalifica della squadra. Restano due prove di sostanza (la prima addirittura di grande qualità) che lasciano ben sperare per il futuro

ALESSANDRO MIRESSI 7: il ragazzo torinese c’è. Al mattino raccoglie il testimone virtuale di uno scatenato Vendrame e con 47”9 lanciato consegna a Magnini un primo posto da difendere. Al pomeriggio lotta come un leone con i grandi cedendo qualcosa solo nel finale. Tutto inutile.

FILIPPO MAGNINI 5.5: gli anni, purtroppo, si fanno inevitabilmente sentire. Al mattino non può nulla contro l’ultimo frazionista statunitense, tale Haas che lo passa a velocità doppia. Al pomeriggio mette in vasca tutta la grinta che ha nella prima vasca ma poi si arrende ai siluri delle altre nazioni. Riuscirà a tornare sui livelli di eccellenza? Smetterà? Chissà…

SILVIA DI PIETRO 6: non sta bene ma getta in acqua tutte le energie di cui dispone. Il suo atteggiamento è battagliero e basta questo, in un periodo di magra, per farle conquistare la sufficienza.

ERIKA FERRAIOLI 5.5: non è il solito “animale da staffetta”. Perde contatto con le prime. Ci mette la grinta di sempre ma nel finale si spegne.

GIORGIA BIONDANI 5: paga l’impatto con il Mondiale e una situazione difficile. Non è semplice nuotare tra le onde e a lei non riesce l’inseguimento ad uno dei primi posti di una batteria più lenta della prima.

FEDERICA PELLEGRINI 5.5: non poteva fare granchè nell’ultima frazione con l’Italia ormai fuori dai giochi per la finale ma battere la Jakabos in un 100 stile libero e far salire le azzurre al nono posto si poteva fare.

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