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Nuoto, Mondiali Budapest 2017: Le tre gemme di Federica Pellegrini, Gabriele Detti e Gregorio Paltrinieri. Record di medaglie eguagliato e in prospettiva…

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Quasi con dispiacere ci troviamo a tracciare un bilancio della squadra italiana di nuoto ai Mondiali di Budapest (Ungheria). Una manifestazione assai ben organizzata, in un impianto come la Duna Arena da urlo, che tante emozioni ha regalato ai nostri colori.

Nelle gare in piscina, infatti, gli azzurri hanno totalizzato ben 3 ori e 3 bronzi, numeri che erano stati ottenuti a Perth nel 1991, a Fukuoka nel 2001 ed a Melbourne nel 2007 (numero di medaglie ottenute), che hanno portato l’Italia ad essere sesta nel medagliere della specialità davanti ai padroni di casa dell’Ungheria e nazionali di spessore come l’Australia.

 Rank Nation Gold Silver Bronze Total
1  United States 18 10 10 38
2  Great Britain 4 1 2 7
3  China 3 3 4 10
 Russia 3 3 4 10
5  Sweden 3 1 0 4
6  Italy 3 0 3 6
7  Hungary 2 4 2 8
8  Australia 1 5 4 10
9  Brazil 1 4 0 5
10  Spain 1 2 0 3
11  Canada 1 0 3 4
12  France 1 0 1 2
 South Africa 1 0 1 2
14  Japan 0 4 3 7
15  Netherlands 0 3 1 4
16  Ukraine 0 1 1 2
17  Germany 0 1 0 1
 Poland 0 1 0 1
19  Belarus 0 0 1 1
 Denmark 0 0 1 1
 Egypt 0 0 1 1
 Singapore 0 0 1 1
Total 42 43 43 128

 

Una settimana esaltante quella vissuta nelle acque magiare suggellata da tre gemme: il tris di successi firmato da Federica Pellegrini, Gabriele Detti e Gregorio Paltrinieri. Era atteso il nostro tridente d’attacco all’appuntamento iridato e, forse, si è andati anche oltre le più rosee aspettative.

La “Divina”, reduce dalle delusioni delle Olimpiadi di Rio 2016, voleva riscattarsi in questi Campionati del Mondo puntando alla medaglia nei suoi amati 200 stile libero. Il destino le ha riservato il risultato più gradito: oro mondiale davanti all’imbattibile Katie Ledecky (mai sconfitta nella competizione mondiale fino a quel momento) ed all’australiana Emma McKeon che tante lacrime le aveva fatto versare in Brasile (terza ai Giochi). Stavolta, quasi con incredulità, la Pellegrini è tornata a prendersi il trono delle 4 vasche a 6 anni dal titolo vinto a Shanghai aggiudicandosi la decima medaglia iridata in carriera. Numeri che hanno portato ad una decisione, forse non definitiva, di Federica di dedicarsi, d’ora in avanti, ai 100 stile libero. Staremo a vedere perchè con la campionessa di Spinea non si sa mai e le sorprese, questo Mondiale insegna, sono sempre dietro l’angolo…




Venendo a Detti, il toscano si porta a casa due medaglie, un bronzo ed un oro nei 400 e 800 stile libero, potendosi fregiare per la prima volta di una vittoria iridata. Le 16 vasche gli hanno permesso ciò chiudendo, se vogliamo, il cerchio con quanto accaduto a Kazan nel 2015 quando, per guai fisici, non poté partecipare all’evento, guardando il suo amico/rivale Paltrinieri aggiudicarsi la prova dei 1500 sl. Stavolta, è lui il protagonista, non il più “il compagno di allenamenti di…”. Un primo attore che ha saputo prendersi gli onori della ribalta in quegli 800 metri vinti con determinazione e coraggio, beffando il polacco Wojciech Wojdak e proprio Greg, mentre il grande Sun Yang affondava. Un successo dai tanti significati per Gabriele che, confermando il podio anche nelle 8 vasche alle spalle di Sun e Mack Horton, dà dimostrazione della sua estrema completezza natatoria.

E poi Gregorio, o per meglio dire, GregORO. L’ultimo giorno è stato il Paltrinieri-Day. Quei 1500 metri che solo lui sa interpretare alla perfezione lo hanno eletto per la seconda volta consecutiva campione del mondo, ripartendo per un nuovo quadriennio olimpico come lo aveva terminato a Rio. Un oro diverso dal solito, un duello con l’ucraino Mykhailo Romanchuk, piegato negli ultimi 150 metri dal logorante passo imposto dal nostro portacolori. I 10 secondi abbattuti dall’atleta dell’Est non sono bastati per avere la meglio sul lucidissimo azzurro, abile a comprendere l’evoluzione della gara ed in grado di far suo questo titolo da campione vero.

Dietro queste vittorie, il bronzo fantastico di Simona Quadarella sempre nei 1500 sl. La romana, attaccando la distanza con coraggio, è riuscita a guadagnarsi una medaglia di grande valore alle spalle di due mostri sacri come la Ledecky e la spagnola Mireia Belmonte Garca. La giovane età della romana (classe ’98) invita all’ottimismo per i tanti margini di miglioramento in vista delle prossime competizioni. Un talento fulgido che in Ungheria ha fatto vedere veramente di cosa è capace.

Un’atleta di talento, dunque, su cui si può investire sul futuro al pari di Nicolò Martinenghi. Il varesino, sempre ad un soffio dall’ultimo atto dei 50 e dei 100 rana, ha forse pagato il peso dell’esordio ed una condizione fisica non ottimale ma, viste le sue grandi possibilità, il suo percorso sembra essere scritto. Una strada tortuosa e difficile dal momento che in questo stile il livello è molto alto essendoci al vertice un mostro come Adam Peaty che anche alla Duna Arena ha fatto impressione, laureandosi campione del mondo nei 50 e nei 100 ed essendo il primo uomo al mondo ad abbattere la barriera dei 26″ nell’unica vasca.

A chiosa, degno di menzione Fabio Scozzoli, nuovo primatista italiano sulla distanza dei 50 rana (26″91) e finalista a Budapest. Dopo ben 6 anni, l’azzurro abbassa i suoi tempi e questo è un segnale piuttosto chiaro di come dedizione e volontà portino sempre ad un risultato.

giandomenico.tiseo@oasport.it

Twitter: @Giandomatrix

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Foto: Arena

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