Nuoto
Nuoto: Nicolò Martinenghi, il ragazzo che ama la sfida cresciuto nei mito di Domenico Fioravanti
Dal 23 al 30 luglio Budapest si tingerà dei colori iridati per ospitare il Mondiale di nuoto e l’Italia è pronta ad investire nel solito tridente: Gregorio Paltrinieri (campione olimpico dei 1500 stile libero che in Ungheria disputerà anche gli 800 sl), Gabriele Detti (bronzo nei 400 ed 1500 stile libero a Rio e motivato ad ottenere tre medaglie nei 8, 16 e 30 vasche) e Federica Pellegrini ( quarta in Brasile e con tanta voglia di ottenere un altro metallo mondiale). A far compagnia però ai soliti noti, c’è un ragazzo, un atleta lombardo, classe ’99, che non si pone limiti e vorrà divertirsi. Il suo nome è Nicolò Martinenghi e le sue specialità sono i 50 ed i 100 rana. Per lui sarà la prima esperienza ad un Mondiale ed essere sui blocchetti di partenza sarà un sogno.
Un italiano “atipico” questo ragazzo che ancora deve compiere 18 anni. Quante volte abbiamo ascoltato nelle interviste atleti che si ponevano come massimo traguardo la partecipazione all’evento, giustificando un’eventuale controprestazione. Un “virus” tipicamente del Bel Paese di cui, per fortuna, questo giovanotto non sembra essere affetto. Se, infatti, altri temono la sfida con i più forti, sentendosi inadeguati davanti agli occhi del mondo, Martinenghi non ne ha paura, anzi è stimolato a far meglio.
Una dimostrazione c’è stata nel Trofeo Settecolli 2017 quando il varesino aveva alla sua sinistra un certo Adam Peaty, l’alieno di questo stile, colui che ha tracciato una linea di demarcazione netta tra ciò che ora è la rana rispetto al passato. Ebbene, al buon Nicolò le gambe non sono tremate, anzi…La voglia di competere ha superato i livelli di guardia ed ecco il record italiano nei 100 rana di 59″31 (in un periodo di carico) migliorando il crono che regalò a Fabio Scozzoli l’argento iridato a Shanghai 2011. Nuotare forte al cospetto del migliore: un aspetto da circoletto rosso e chissà se a Budapest la barriera dei 59″ non possa tremare.
Un agonista vero come lo era un altro grande campione del passato delle vasche nostrane: un certo Domenico Fioravanti che con quella magica doppia (100-200 rana) nelle Olimpiadi di Sydney 2000 cambiò per sempre la storia natatoria italiana, avara di soddisfazioni. Aveva solo un anno l’allievo di Marco Pedoja ma anche in lui il mito del nuotatore azzurro vive per atteggiamento e mentalità.
Potrà essere lui il suo successore nel firmamento iridato ed a Cinque Cerchi? La piscina ci darà presto una risposta.
giandomenico.tiseo@oasport.it
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Foto da Diego Gasperoni