Pentathlon
Pentathlon, Europei 2017: Italia ‘agrodolce’ in Bielorussia. Donne su, uomini giù: servono maggiore continuità di rendimento e massima serenità gestionale
Donne su, uomini giù. Il bilancio consuntivo della Nazionale italiana agli Europei Senior 2017 di Pentathlon Moderno (Minsk, oggi la chiusura ufficiale della rassegna con la staffetta mista) si presenta “agrodolce”. Vediamo perché…
Il comparto femminile ha ben figurato in Bielorussia con l’oro a squadre e il podio individuale sfiorato da Irene Prampolini (4^) e Alice Sotero (5^) nonché le buone prestazioni di Gloria Tocchi, ottava, e Francesca Tognetti, undicesima ad un soffio dalla top-10.
La migliore azzurra a Minsk è stata la più giovane del gruppo: Irene Prampolini, romana classe ’96, sta confermando in fretta tra i “grandi” quanto di buono già fatto nelle categorie giovanili. Quest’anno si è laureata Campionessa Junior d’Italia e d’Europa, donando certezze a tifosi e tecnici italiani soprattutto in quel segmento di gara che troppe volte, in tempi recenti, ha relegato i nostri pentatleti alle posizioni di rincalzo: il combined o laser run che dir si voglia, in cui spesso eccelle e che in Bielorussia ha chiuso da quarta assoluta (clicca qui per leggere la nostra intervista “profetica” ad Irene Prampolini).
Considerando il brutto infortunio all’avambraccio – frattura del radio – occorsole due mesi fa in occasione della staffetta della tappa polacca di Coppa del Mondo (clicca qui per saperne di più), Alice Sotero ha centrato un più che buono quinto posto agli Europei. L’astigiana classe ’91, la meno giovane del gruppo azzurro, sta vivendo un 2017 agonistico splendido, ricco di soddisfazioni – incidente di Drzonkow a parte – e limando ancora qualcosina nel combined potrebbe davvero diventare una freccia preziosissima nel nostro arco anche in ottica Tokyo 2020…
Comparto maschile: rimandato a settembre. Anzi no, a fine agosto, quando si svolgeranno al Cairo i Mondiali Senior 2017. I “dolori azzurri” a Minsk sono arrivati già nelle qualificazioni, al contrario di quelle femminili dove l’Italia ha piazzato il 4 su 4, con la dolorosa eliminazione degli esperti Fabio Poddighe e Riccardo De Luca. L’ex n.1 del ranking iridato (quinto con rimpianti ai Giochi di Rio), in particolare, è parso ben lontano da una forma psico-fisica ottimale; tanto il sardo quanto il Carabiniere romano sono stati discreti nel laser run conclusivo ma si sono disimpegnati ben al di sotto delle loro potenzialità sia in vasca che in pedana.
Rispettivamente 16° e 23° in finale, il diciannovenne Matteo Cicinelli e il ventiduenne Giuseppe Mattia Parisi hanno avuto l’ingrato compito di tenere alto il Tricolore nella kermesse continentale; forse una responsabilità troppo onerosa per due pentatleti indubbiamente in gamba e di prospettiva (il primo può vantare già due top-10 nella Coppa del Mondo Senior, il secondo è addirittura Campione d’Italia assoluto 2017), ma non ancora compiutamente formati per competere ai massimi livelli internazionali.
Gli Azzurri hanno probabilmente incarnato in Bielorussia quel Tallone d’Achille del movimento che, più di ogni altra “debolezza”, sta condizionando in negativo i risultati tecnici recenti del pentathlon italiano al maschile: la carenza di continuità negli eventi più importanti. Servono, infine, maggiori certezze anche a livello gestionale dal momento che sono anni ormai che ai piani alti non si guarda tutti nella medesima direzione…
giuseppe.urbano@oasport.it
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Foto: FIPM