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Softball, Europei 2017: l’Italia lascia Bollate con l’amaro in bocca, ma il secondo posto è un risultato positivo in ottica futura. L’obiettivo resta Tokyo

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Gli Europei di Bollate sono stati consegnati agli archivi. L’Olanda è la regina d’Europa: è questo il verdetto dopo la finalissima di ieri, dominata e vinta per 7-1 a scapito dell’Italia. Si chiude con un secondo posto quindi, la rassegna continentale delle Azzurre: il risultato della finale certamente non rende giustizia al torneo comunque brillante disputato dalle ragazze di Enrico Obletter. È vero che l’Italia aveva disputato la semifinale poche ore prima, ma le orange hanno dimostrato davvero di essere più forti e di aver meritato quindi il successo, vincendo tutte le partite del torneo. La medaglia d’argento però, al netto della delusione di un obiettivo comunque sfumato, non deve essere necessariamente un risultato negativo.

Sicuramente, l’obiettivo del gruppo azzurro era quello di riconfermarsi sul tetto d’Europa dopo due anni, dopo il titolo vinto nel 2015 a Rosmalen, proprio in casa dell’Olanda. Prendendo come metro di paragone quel confronto, la situazione è cambiata da allora. La squadra italiana si è rinnovata mentre al contrario, le olandesi erano praticamente le stesse, con solo quattro volti nuovi. La spina dorsale della squadra era identica a quella di due anni fa e soprattutto, a quella che lo scorso anno ha sfiorato il podio mondiale. Già, perché questa Olanda non è più una potenza esclusivamente in Europa, ma deve essere considerata tale anche a livello internazionale, decisa a scalfire l’egemonia americano-giapponese. Le orange hanno dimostrato tutta la loro forza in questo torneo: dopo la semifinale del giorno prima infatti, le olandesi hanno aggredito la partita sin dall’inizio, sopraffacendo le azzurre sia in attacco che in difesa e chiudendo un torneo praticamente dominato.

Visto in quest’ottica dunque, il secondo posto è tutt’altro che negativo. Certamente brucia perdere, soprattutto se sei costretto, in casa tua, a cedere il titolo alla tua più agguerrita rivale. L’Italia però, come detto, aveva tante facce nuove: l’età media della squadra è di ben 23 anni, con Piancastelli e Cacciamani, due delle più positive durante questa settimana, a fare addirittura da “veterane”, nonostante la carta d’identità dica 1996. L’obiettivo della Federazione infatti, è quello di lavorare a lungo termine, in vista del rientro del softball nel programma di Tokyo 2020. L’Europeo è stato quindi utilizzato come primo banco di prova per misurare le ambizioni di questo gruppo: sotto questo aspetto, la prova è stata ampiamente superata.

Il cammino dell’Italia è stato davvero solido, senza intoppi, fino al doppio scontro con l’Olanda. Ci sono certamente aspetti da migliorare ma ci sono tante altre cose positive che ci lascia la rassegna di Bollate. Le “nuove” si sono ben comportate, a partire da Laura Vigna, classe 1999. È un’Italia che dunque deve guardare avanti con speranza. La qualificazione mondiale è stata centrata e sarà un’altra prova per un gruppo davvero ambizioso, al quale la grinta e la voglia di lottare non mancano di certo. L’amaro in bocca per la sconfitta di ieri passerà e si potrà riprendere con fiducia il cammino verso il futuro. La strada per Tokyo è ancora lunga.

 

alessandro.tarallo@oasport.it

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Foto: Pier Colombo

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