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Tennis, Wimbledon 2017: due finali Slam nell’anno. Venus Williams: la Venere senza età

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Che Wimbledon fosse un torneo incerto lo sapevamo. In campo femminile poi, in assenza di Serena Williams, incinta, i Championships sono diventati una vera e propria lotteria. Angelique Kerber che difendeva la finale e la posizione di numero 1, Karolina Pliskova che quella posizione se l’è invece presa, e Simona Halep sempre alla ricerca del primo Slam erano le principali accreditate alla vittoria. Ed ancora le due principali outsider, le due rientranti Victoria Azarenka e Petra Kvitova. Pochi, pochissimi consideravano tra le pretendenti al trono lei, messa in seconda, forse anche in terza fila. Ed invece anche in assenza di Serena, la famiglia Williams sarà ancora una volta rappresentata in finale a Wimbledon. Da Venus. Dal 2000 infatti, in ben 13 occasioni una delle due sorelle ha giocato l’atto conclusivo del torneo londinese ed in 4 di queste la finale è stata una questione di famiglia.

I PRIMI ANNI E LA MALATTIA – Nonostante infatti, sia stata la prima delle due a mostrarsi al grande tennis, Venus ha dovuto poco dopo lasciare strada alla sorellina. All’inizio del secolo è stata lei la dominatrice del circuito, ma ben presto ha dovuto lasciare il posto a Serena, il cui numero di titoli cresceva inesorabilmente. Venus però, si è saputa ritagliare il suo spazio al vertice. Nel 2011 poi, è arrivata la malattia. Qualcosa non andava, lo si era capito. Una serie interminabili di ritiri, assenze, rientri rinviati. Poi, durante lo US Open di quell’anno la diagnosi: sindrome di Sjogren, una malattia autoimmune che causa fatica e stanchezza muscolare. Scesa oltre la 100esima posizione, Venus è rientrata solo l’anno successivo. Giocava sempre meno e anche quando ha imparato a convivere con il disturbo era comunque un terno al lotto: se stava bene allora era la leonessa di sempre, altrimenti quasi si trascinava. Qualche acuto c’è comunque stato, aiutata di chi se non da Serena. Il doppio vinto alle Olimpiadi di Londra rimarrà un ricordo indelebile per entrambe, dal sapore speciale.

LA RINASCITA E LA GRANDE OCCASIONE – Piano piano poi, il suo carattere da leonessa è riuscito a prevalere. Venus, con il passare degli anni, è riuscita a far coesistere la malattia e la sua carriera sportiva, che non ha mai pensato di abbandonare. E ha fatto proprio bene. La maggiore delle sorelle Williams infatti, sembra rinata: già in Australia era riuscita a spingersi fino alla finale dove per l’ennesima volta la vittoria le è stata negata da Serena. A Wimbledon invece, nel palcoscenico che ogni tennista sogna sin da bambino, Venus ha di nuovo l’occasione, grande, di vincere uno Slam. Non arrivava in finale a Londra dal 2009, quando, manco a dirlo, perse contro la sorella. Per nove volte ha trovato Serena dall’altro lato della rete in una finale Slam e per sette volte è uscita sconfitta. Stavolta però, sarà diverso. Di fronte, si troverà la spagnola Garbiñe Muguruza. Probabilmente per Venus non cambierà nulla: qualunque avversaria debba affrontare sabato, lei ci metterà la sua solita grinta, il suo solito carattere leonino. Tutta sé stessa, per avere finalmente la rivincita completa contro quella malattia che le ha portato via gli anni migliori della carriera. Anche la sindrome di Sjogren infatti, non potrà mai vincere definitivamente contro lei, la Venere senza età.

 

alessandro.tarallo@oasport.it

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Foto: pagina Twitter FIP

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