Ciclismo
Tour de France 2017: Fabio Aru, vistoso calo di condizione. Il sardo paga l’infortunio patito a maggio prima del Giro d’Italia?
Dal memorabile trionfo a La Planche des Belles Filles alle difficoltà mostrate sul Galibier. Dall’attacco in faccia a Chris Froome valso la maglia gialla al passo indietro in classifica generale (da secondo a quarto, da 18” a 53” di ritardo dal leader della classifica generale). Da uno stato di forma sbalorditivo a un calo di condizione vistoso e che purtroppo ha impedito a Fabio Aru di essere assoluto protagonista su una salita leggendaria e mitica dove alla vigilia era chiamato a fare la differenza, a dare battaglia al britannico e agli altri rivali per il simbolo del primato.
Oggi il Cavaliere dei Quattro Mori ci ha messo il cuore, ha recuperato il divario che si era creato dai big dopo i primi due affondi di Romain Bardet ma al terzo è capitolato definitivamente. Sulle ultime rampe del Galibier, oltre i 2000m di altezza, sul tratto più duro dell’ascesa simbolo di questa Grande Boucle, Fabio Aru ha dovuto chinare il capo. Non è andato in bambola ma quei 15-20 secondi pagati da Bardet e Froome sono risultati decisivi: nella lunghissima discesa non è riuscito a recuperarli e poi, nella micidiale piana del Lautaret, si è trovato isolato. Ha stretto i denti ma senza collaborazione si è visto aumentare il ritardo. Non è la fine di tutto, domani si può ancora sognare sull’Izoard, deve attaccare sull’ultima salita di questo Tour de France, deve cercare l’impresa, deve continuare a crederci ma il morale è ai minimi storici.
La forma fisica è, però, preoccupante. Dei segnali erano già arrivati sabato pomeriggio quando, al termine di una frazione tutt’altro che proibitiva, si era fatto trovare impreparato e aveva pagato 24” da Froome. Domenica si è salvato, ieri è stato bravissimo tra i ventagli ma oggi il cuore non è bastato. La gamba non è al top come nelle precedenti settimane e questo potrebbe essere dovuto anche da una preparazione affrettata e non ottimale a causa dell’infortunio di maggio che gli ha impedito di partecipare al Giro d’Italia.
Quello stop ha sicuramente influenzato l’avvicinamento al Tour de France, il fatto di non aver fatto un lavoro accurato di fondo sta purtroppo emergendo e i sogni gialli rischiano di essere naufragati definitivamente. Non tutto è perduto ma serve un cuore immenso, enorme, grande quanto tutta la Sardegna e tutta l’Italia che credono ancora nella magia di Fabio Aru. L’Izoard, per la prima volta sede dell’arrivo di tappa alla Grande Boucle, sarà il giudice supremo e il Cavaliere vuole provare a dettare legge, mettendo Froome, Bardet e Uran al banco degli imputati.
Foto: Rcs
Luca46
19 Luglio 2017 at 20:11
Mi sembrano constatazioni molto lucide. Direi che la preparazione è stata fatta bene. La forma fisica è ottima. Oggi è mancato un pelino. Tuttavia lo stop secondo me ha influito nella tenuta sulle 3 settimane.
Luca46
19 Luglio 2017 at 20:13
Gli manca forse un pò di fondo ed in più mettiamoci lo stress di dover far tutto da solo.