Ciclismo
Tour de France 2017: finalmente le Alpi! Croix de Fer, Galibier e Izoard. Si decide tutto sulle grandi montagne!
Giù le maschere. In un Tour de France che fino ad ora ha regalato distacchi a piccole e misurate dosi, la frazione di domani potrebbe irrompere con forza dirompente. Salite storiche, lunghe, con un dislivello e un’altitudine che arriverà a 2600 metri. Lo scenario ideale per attacchi, difficoltà e, perché no, anche crisi.
Da La Mure a Serre-Chevalier. In mezzo il Col d’Ornon ad inizio frazione e sopratutto, a seguire, il Col de la Croix de Fer, il Col du Télégraphe e il temibile Col du Galibier, che si concluderà a 28 chilometri dalla conclusione, tutti in discesa. Nomi che incutono timore, che possono stimolare la fantasia, che possono accendere una corsa che fino ad oggi non è realmente esplosa, con la classifica generale ancora molto corta nelle prime cinque posizioni, complice anche la mancanza di cronometro.
Una tappa in cui non ci si può nascondere. Télégraphe e Galibier, di fatto, rappresentano un’unica lunghissima salita di 35 chilometri, con soli 5000 metri in discesa a separarli. Le squadre, a quel punto della corsa, potrebbero aver abbandonato i capitani, che potrebbero dunque trovarsi di fronte ad un vero testa a testa su una delle salite più impegnative del mondo. La pendenza media degli ultimi 7 chilometri, quando i corridori saranno oltre il 2000 metri di altitudine, sarà costantemente tra l’8 e il 9%, con punte ancora maggiori, l’ultimo chilometro in doppia cifra.
Un’occasione per chi vuole recuperare, per chi vuole allungare, per chi vuole consolidare le posizioni. Un’occasione per tutti, che quando mancheranno solo due tappe decisive per la classifica generale non può non essere sfruttata. Può permetterselo Chris Froome, che ha dalla sua la cronometro e potrebbe soffrire il dislivello e le difficoltà della tappa. E anche per questo motivo la rende un boccone prelibato da addentare per Fabio Aru, Romain Bardet e Rigoberto Uran, chiamati a giocarsela in prima persona se davvero vogliono provare a portare la maglia gialla a Parigi. La prova contro il tempo li vede sfavoriti e l’Izoard potrebbe adattarsi maggiormente alle caratteristiche di Froome: il giorno buono è domani, per evitare una lotta sulla salita secca come l’Izoard, dove la prestazione pura del britannico (al termine di una tappa sulla carta più semplice) potrebbe mettere gli avversari uno per angolo chiudendo la contesa.
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gianluca.santo@oasport.it
Foto: © ASO/Alex BROADWAY