Ciclismo

Tour de France 2017 – L’esclusione di Peter Sagan: giusta o esagerata? Cosa perde la Grande Boucle senza il Campione del Mondo

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Partiamo dai fatti certi. Peter Sagan è stato prima declassato e poi escluso dal Tour de France 2017 al termine della quarta tappa, in cui è stato protagonista di un contatto con Mark Cavendish nel finale in cui il britannico ha avuto la peggio, sbattendo contro le barriere ad alta velocità e cadendo. La giuria inizialmente aveva dato al campione del mondo una penalità di 30” e di 80 punti nella classifica della maglia verde, ma poco più di un’ora dopo la fine della tappa Peto è stato addirittura escluso dalla corsa.

Giusto, sbagliato? Difficile dirlo. Proviamo dunque a ricostruire i fatti: Arnaud Démare passa alla destra di Sagan, alle transenne. Alla sua ruota c’è Mark Cavendish che ha intuito di aver preso la ruota giusta e prova ad infilarsi nello stesso buco del francese. Contemporaneamente, però, Sagan scarta proprio a chiudere quello spazio, forse per non far passare Cavendish, forse per prendere a sua volta la ruota del campione francese.

Sta di fatto che lo stesso Cavendish e Sagan sono venuti a contatto con il busto: Cav ha provato a spostare l’avversario e crearsi lo spazio per passare appoggiandosi, ma ha ottenuto il risultato opposto e si è sbilanciato verso le barriere ed è caduto, venendo poi travolto dagli incolpevoli Degenkolb e Swift. proprio mentre il corpo di Sagan si stava piegando verso l’esterno Sagan ha fatto un gesto ad allargare con il gomito che potrebbe far pensare ad un’autentica spinta da parte dello slovacco, che però a nostro parere, dopo aver rivisto più e più volte le immagini, non ha influito sulla caduta e probabilmente è stata una reazione istintiva per mantenere l’equilibrio dopo il contatto.

L’incidente, quindi, potrebbe essere stato causato da un’imperizia, e quindi il declassamento avrebbe avuto senso, a nostro parere, mentre la squalifica sembra eccessiva anche perché di scene come questa se ne vedono in ogni sprint. Basti vedere nella volata di oggi il brusco cambio di direzione di Arnaud Démare che lo ha portato a colpire la ruota anteriore di Nacer Bouhanni, fortunatamente rimasto in piedi senza conseguenze particolari. Potrebbe la rovinosa caduta innescata aver favorito un giudizio più aspro da parte della giuria, magari per dare un segnale forte in favore della sicurezza dei corridori? O la decisione sarebbe stata la stessa anche in caso di un salvataggio in extremis da parte di Cavendish, come successo a Bouhanni giusto un paio di secondi dopo?

L’esclusione di Sagan, però, è una perdita per tutti. Sicuramente per lui: alla caccia della sesta maglia verde consecutiva, non potrà più eguagliare il record del tedesco Erik Zabel, che tutt’ora sussiste dopo la serie di vittorie in questa speciale classifica dal 1996 al 2001. Non ne gioverà neanche il Tour de France stesso, che perde il corridore più spettacolare e carismatico del gruppo, il ciclista probabilmente più forte in attività e il due volte campione del mondo in carica tutti in una volta sola. E ci riferiamo, in tutti e tre i casi, sempre allo stesso Sagan. Ne perde il pubblico, che nei prossimi 19 giorni non potrà godersi le sue imprese in bicicletta e le sue gag, ormai diventate, nell’era social, una parte integrante delle corse e del suo personaggio. Era davvero necessaria una pena così severa per un contatto visto e rivisto in tante corse senza però questo genere di conseguenze? 

Twitter: @Santo_Gianluca

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Foto: Pier Colombo

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