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Ciclismo
Tour de France 2017: Uran il regolarista. Dopo i podi al Giro, un secondo posto in Francia che vale una carriera
Dusseldorf, sabato 1 luglio. Il Tour de France scatta con una breve cronometro individuale: tanti i corridori attesi in chiave podio. Tra loro non c’è Rigoberto Uran, colombiano della Cannondale-Drapac: il capitano della compagine statunitense nelle ultime stagioni ha deluso nelle grandi corse a tappe dopo due podi arrivati al Giro d’Italia tra 2013 e 2014.
E le speranze sembrano essere già spente proprio in terra tedesca: 51” di ritardo da Chris Froome nella prova contro il tempo (che dovrebbe favorire il colombiano secondo pronostico). Da lì in poi però è cambiato tutto. 20 giorni da regolarista: mai una volta che si sia staccato in salita, anzi, spesso e volentieri ha fatto vedere di poterne avere addirittura per staccare tutti gli avversari. La vittoria di tappa arrivata a metà Tour è la ciliegina sulla torta su una Grande Boucle chiusa al secondo posto che lo fa entrare in un’altra dimensione in vista delle prossime stagioni: l’età è quella giusta per provare a far addirittura di più.
La delusione però non manca: 54” il margine della maglia gialla Chris Froome su Uran a fine Tour. Il britannico del Team Sky non è apparso inattaccabile, dunque, alla grande costanza di rendimento, si sarebbe potuto provare un fuorigiri (soprattutto sui Pirenei) per metterlo in crisi. Andando a pensare poi alla già citata prova contro il tempo iniziale, i pensieri negativi aumentano ancor di più: magari rischiando un po’ di più sulle curve teutoniche si sarebbe potuta cambiare la storia di questo Tour. L’entusiasmo ad Uran non è mai mancato e questo podio comunque lo ripaga delle tante fatiche fatte in questi anni: meritatissimo.
Foto: © ASO/Pauline BALLET