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Tuffi grandi altezze, Mondiali 2017: domani iniziano le gare maschile e femminile, Alessandro De Rose per stupire. Che spettacolo sulle rive del Danubio

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cliff divers sono pronti. Il Mondiale di Budapest volge al termine e nei tre giorni conclusivi toccherà alla sesta disciplina del programma iridato, i tuffi dalle grandi altezze. Sarà il terzo oro Fina che verrà assegnato, da quando ci fu il debutto a Barcellona 2013. Per questa occasione le due gare, maschile da 27m e femminile da 20m, sono state inserite in conclusione di Mondiale, per salutare la rassegna con lo spettacolo ed il divertimento che solo questa disciplina sa regalare. Guai però, a considerarlo un ‘circo’: si tratta di una gara vera, competitiva e con un livello che continua ad alzarsi anno dopo anno. Non a caso la Fina punta molto sui tuffi dalle grandi altezze, cercando di aumentarne la diffusione e puntando al suo inserimento nel programma olimpico (ci ha già provato, senza esito, per Tokyo 2020). Andiamo dunque ad analizzare i protagonisti delle due gare iridate di Budapest.

Nelle gara maschile è inevitabile partire da Gary Hunt. Il britannico è la stella di questa disciplina: a Kazan trionfò con oltre 600 punti (629.30), staccando la concorrenza e coronando quello che è un vero e proprio dominio. Hunt è infatti campione delle World Series, il circuito dei tuffi dalle grandi altezze sponsorizzato dalla Red Bull, da tre anni consecutivi, con sei titolo complessivi dal 2010 ad oggi (nel 2013 fu “solo” secondo). Appare molto probabile, dunque, che a Budapest lo vedremo per la terza volta consecutiva sul podio (argento a Barcellona 2013) e, a meno di colpi di scena, sul gradino più alto. Dietro di lui tanta, tantissima concorrenza: tre americani in primis. Andy Jones, attualmente terzo nella classifica generale delle World Series, David Colturi, ai piedi del podio due anni fa a Kazan, e Steve LoBue, secondo quest’anno in Coppa del Mondo (vinta, manco a dirlo, da Hunt).

E poi il russo Artem Silchenko, l’unico in grado di battere Hunt alle World Series (2013) e bronzo iridato in carica, il messicano Jonathan Paredes, argento a Kazan, il ceco Michal Navratil, terzo in Coppa del Mondo, ed il britannico Blake Aldridge, secondo nella prima tappa delle World Series. Tutt’altro che da sottovalutare poi, il colombiano Orlando Duque: il “Duca” è considerato il vero e proprio pioniere di questo sport, vincitore del primo oro Fina a Barcellona 2013. Da allora non aveva praticamente più vinto, fino a quest’anno, quando ha trionfato nella tappa di Sao Miguel ed è leader della classifica delle World Series.

E l’Italia? Ci sarà, grazie ad una wild card, il nostro Alessandro De Rose. Il 25enne, l’unico cliff diver italiano, è reduce dal trionfo nella tappa di Polignano a Mare, primo podio assoluto in carriera. Inutile dire che si presenta all’appuntamento iridato in formissima: ha iniziato a tuffarsi insieme a Giovanni Tocci e vorrebbe emulare il compagno salendo anche lui su un podio mondiale. Sarà tutt’altro che facile vista la concorrenza agguerritissima: a Polignano aveva sicuramente una spinta in più dettata dal fatto di gareggiare in casa, ma perché non sfruttare la scia emotiva della prima vittoria per centrare un risultato da sogno? Sarebbe importante per lui ma anche per la diffusione di questa disciplina in Italia. Aldilà del risultato ideale in ogni caso, l’obiettivo più realistico è quello di migliorare il 16° posto di Kazan e centrare la top 10.

Tra le donne, invece, la favorita d’obbligo è l’australiana Rhiannan Iffland. Ha iniziato a tuffarsi dalle grandi altezze l’anno scorso ed è diventata la prima rookie della storia a vincere le World Series nell’anno del debutto. Nel 2017 poi, è in procinto di ripetersi, avendo vinto la prima tappa ed essendo attualmente in testa alla classifica generale. Chissà come si comporterà al primo appuntamento iridato della sua carriera. Per il podio poi, è anche qui lotta serrata, essendo solo 10 le partecipanti: la messicana Adriana Jimenez è l’unica che quest’anno è riuscita a soffiare la vittoria alla Iffland (in Coppa del Mondo), poi ci sono le americane Cesilie Carlton (argento mondiale in carica) e Ginger Huber (un podio in World Series), l’australiana Helena Merten, la bielorussa Yana Nestsiarava e la tedesca Anna Bader.

Il format prevede quattro round di tuffi sia per uomini che per donne. Per la gara maschile i primi due sono in programma venerdì e gli ultimi due nella finale di sabato. Nella gara femminile, invece, ci sarà un solo tuffo al venerdì e tre sabato, quando si assegneranno le medaglie. A rendere ancora più spettacolare le due gare poi, oltre al format che non consente errori, lo scenario: dopo che a Barcellona e Kazan si era gareggiato in acque naturali, stavolta ci sarà una piscina, profonda sei metri, montata appositamente per l’occasione a Batthyany Square, sulle rive del Danubio, di fronte al Parlamento ungherese. Un panorama mozzafiato dalla sommità della piattaforma, con lo specchio d’acqua che appare piccolissimo. Uno spettacolo davvero da non perdere.

alessandro.tarallo@oasport.it

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Foto: Dean Treml | Red Bull Content Pool

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