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Tuffi: Italia mondiale, non ancora olimpica. Oscar Bertone: “Bilancio positivo, ma dobbiamo lavorare”

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Due medaglie di bronzo mondiali per l’Italia dei tuffi a Budapest 2017. Un anno fa, terminata l’Olimpiade di Rio, si diceva che nel dopo-Cagnotto gli azzurri avrebbero mantenuto un buon livello in Europa, faticando però al Mondiale. Ora si può dire, risultati alla mano, che l’Italia può star bene anche nel mondo. Ma, anche, che nei prossimi tre anni deve lavorare per compiere un nuovo passo: raggiungere il livello olimpico, cioè atleti da finale nelle gare olimpiche, perché nell’individuale in Ungheria non ce ne sono stati. E neanche i sincro hanno raggiunto i primi sei posti validi per la qualificazione alle World Series 2018, tappa fondamentale di crescita esperienziale.

BERTONE: “LAVORARE PER GARE OLIMPICHE”  Il bilancio di questo Mondiale è molto positivo – l’analisi conclusiva del tecnico responsabile Oscar Bertone al sito della Federnuoto -. Torniamo a casa con due medaglie di bronzo e quattro finali nel syncro. Nelle gare olimpiche non siamo ancora competitivi ed è qui che dovremo lavorare. La prova di squadra è stata molto buona e ringrazio tutti i miei atleti per l’impegno, la professionalità e lo spirito di sacrificio dimostrati qui a Budapest“.

https://www.youtube.com/watch?v=1vyKleWcHqI

MEDAGLIE STORICHE – Un passo indietro, partendo dall’inizio. Spesso si dice che la giornata inaugurale di una grande manifestazione ne condizioni l’intero sviluppo. A Budapest l’Italia ha cominciato benissimo, con Giovanni Tocci terzo nell’eliminatoria da 1 metro ed Elena Bertocchi quarta. E infatti ha concretizzato, nei giorni successivi, conquistando due medaglie di bronzo a loro modo storiche. La 22enne milanese ha approfittato di due cinesi non all’altezza e, con una regolarità impressionante che ormai va avanti da due stagioni, è diventata la seconda donna di sempre a vincere una medaglia iridata dopo Tania Cagnotto. Il suo coetaneo cosentino ha fatto, se possibile, ancora meglio: punteggio incredibile, a un passo dai cinesi, battendo un fuoriclasse come Patrick Hausding e riportando l’Italia maschile sul podio a dieci anni di distanza da Christopher Sacchin. Una doppia consacrazione, ça va sans dire, senza purtroppo la conferma da 3 metri. Bertocchi ha ancora tanta strada davanti, Tocci sembra quello più pronto: lo dicono i risultati già raggiunti in carriera (un doppio sesto posto europeo, un oro e un bronzo nei Grand Prix) e la splendida reazione dopo il nullo nel triplo e mezzo rovesciato con 95 punti nel quadruplo e mezzo avanti raggruppato.

OBIETTIVO FINALI – “Il primo traguardo è il raggiungimento delle finali, poi abbiamo anche noi possibilità e ambizioni“, aveva dichiarato Bertone alla vigilia. Il bottino conclusivo parla di 4 finali su 12 occasioni (escludendo le gare con finali dirette: sincro misti e team event), di cui però solo 5 o 6 veramente alla portata. E allora l’Italia nel complesso raggiunge senza problemi la sufficienza: bravi Bertocchi e Tocci, bravi anche i sincro Lorenzo Marsaglia-Gabriele Auber e Noemi Batki-Chiara Pellacani 12esimi in eliminatoria e 11esimi in finale. Per Tommaso Rinaldi, Chiara Pellacani, Adriano Ruslan Cristofori, Vladimir Barbu (comunque in semifinale) e Mattia Placidi il compito individuale era arduo. Capitolo misti, le carte forse migliori che si sono rivelate deludenti: né Bertocchi-Verzotto (3 metri, settimi) né Batki-Verzotto (10 metri, undicesimi) saranno alle World Series. Un gran peccato: si poteva fare meglio.

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francesco.caligaris@oasport.it

Twitter: @FCaligaris

Foto da: pagina Facebook Elena Bertocchi FP

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