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Atletica, Mondiali 2017 – Cosa ci aspetta oggi (domenica 13 agosto)? Barshim vuole volare, Semenya per dominare, Perkovic la Grande, 4 gare di marcia!

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Oggi domenica 13 agosto ai Mondiali 2017 di atletica leggera si assegneranno undici titoli. Vediamo cosa ci aspetta allo Stadio Olimpico di Londra.

 

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SALTO IN ALTO (maschile):

Il favorito d’obbligo è Mutaz Essa Barshim, il miglior uomo in stagione (2.38) e che ha finalmente la grande occasione della vita per vincere la medaglia d’oro al di fuori del proprio continente. Dopo l’argento ai Mondiali 2013 e alle Olimpiadi di Rio 2016, cerca di primeggiare nello stesso Stadio che cinque anni fa gli regalò un bronzo a cinque cerchi. Il qatarino sembra avere una marcia in più rispetto a tutta la concorrenza ma dovrà stare attento a non sottovalutare nessuno.

Il suo avversario principale sembra essere l’ucraino Bohdan Bondarenko, Campione del Mondo 2013 e sempre in grado di piazzare la zampata nel momento più importante. L’assenza del canadese Derek Drouin, Campione Olimpico e iridato in carica, apre indubbiamente la competizione a possibili svolte a sorprese come quelle del russo Danil Lysenko e del tedesco Mateusz Przybylko (2.34 e 2.35 in stagione). Per entrare in finale è servito 2.31 ma per salire sul podio potrebbe bastare una quota simile visto il grande livellamento tra diversi atleti come i vari Wang, Ivanyuk, Onnen, Ivanov, l’idolo di casa Grabarz, la rivelazione siriana Ghazal.




 

LANCIO DEL DISCO (femminile):

Il pronostico direbbe Sandra Perkovic, Campionessa Olimpica che vuole riprendersi lo scettro iridato dopo averlo lasciato a sorpresa nel 2015 alla cubana Denia Caballero. Si potrebbe ripresentare la sfida tra le due anche se la caraibica non sembra quella dei giorni migliori proprio come le tedesche Nadine Mueller e Julia Harting. La croata Perkovic insegue il secondo titolo iridato dopo quello del 2013 e vorrà nuovamente salire sul gradino più alto del podio nello Stadio in cui conquistò il suo primo oro olimpico. Per il podio possono dire la loro anche le cinesi Chen e Beng, l’altra cubana Perez e l’australiana Stevens.

 

800 METRI (femminile):

Caster Semenya è come sempre uno dei grandi personaggi dei Mondiali e difficilmente si lascerà sfuggire il terzo titolo mondiale della carriera dopo aver vinto le ultime due Olimpiadi. La sudafricana ebbe soltanto un momento di appannamento a cavallo del 2015 a causa della nota vicenda ormonale e della sua sempre discussa sessualità. Oggi nessuno sembra poterla fermare e ha tratto ulteriore forza dal bronzo conquistato sui 1500m. La sua avversaria principale dovrebbe essere la burundiana Francine Niyonsaba, attenzione anche alla polacca Angelika Cicocka, alla kenyota Margaret Wambui. Sharp, Wilson, Lipsey e Bishop sembrano un gradino indietro.

 

5000 METRI (femminile):

Tutti i tentativi di doppietta sono sfumati in questi Mondiali (i casi di Van Niekerk e Mo Farah sono i più clamorosi). Almaz Ayana può sfatare il tabù: dopo aver trionfato sui 10000m, la fortissima etiope parte con i favori del pronostico anche sulla mezza distanza ma la gara si presenta estremamente combattuta vista la presenza delle fortissime kenyote Kiprotich, Kipkemboi, Obiri ma anche dell’olandese Sifan Hassan che l’aveva già fatta sudare in settimana e della britannica Lauira Muir sospinta dal proprio pubblico.

 

1500 METRI (maschile):

Il pronostico è tutto per il Kenya che può gestire tranquillamente la gara con i fenomeni Kiprop, Manangoi e Cheruiyot. Potrebbe arrivare anche una superlativa tripletta ma attenzione al solito polacco Marcin Lewandowski e al buon neozelandese Nicholas Willis che, al pari del marocchino Fouad Elkaam, potrebbero inventarsi qualcosina. Il folletto Filip Ingebrigtsen è la miccia impazzita: farà scoppiare la gara?

 

4X400 METRI (maschile e femminile):

Si preannuncia una quasi scontata doppietta degli USA. Al femminile Giamaica e Gran Bretagna sembrano potersi giocare il podio ma la Germania, la Polonia e il Botswana sono lì subito attaccate. Al maschile non bisogna sottovalutare il Belgio dei Borlée, Trinidad & Tobago e i padroni di casa.

 

20KM DI MARCIA (maschile):

Il cinese Kaihua Wang ha marciato in uno strepitoso 1h17:54 proprio in questa stagione e sembra essere l’uomo da battere ma nelle occasioni importanti lo spagnolo Miguel Angel Lopez salta sempre fuori: il Campione del Mondo non vorrà abdicare tanto facilmente. Attenzione anche al russo Sergei Shirobokov, al tedesco Christopher Linke, ai giapponesi Isamu Fujisawa e Daisuke Matsunaga. Il nostro Giorgio Rubino può essere considerato un outsider ma difficilmente è uomo da podio.

 

20KM DI MARCIA (femminile):

La gara in cui l’Italia si gioca le residue speranze di medaglia con Antonella Palmisano ed Eleonora Giorgi. Soprattutto la pugliese, reduce dal quarto posto alle Olimpiadi e dalla vittoria in Coppa Europa, è la carta più autorevole da giocare. Le favorite d’obbligo sono però le tre cinesi Xiuzhi Lyu, Na Wang e Jiayu Yang dotate di personali sbalorditivi e di stagionali da 1h26. Le altre pretendenti alle medaglie sono la russa Klavdiia Afanaseva, la messicana Maria Guadalupe Gonzalez (argento a Rio 2016) e la portoghese Ana Cabecinha.

 

50KM DI MARCIA (maschile):

Per antonomasia è la gara più imprevedibile di tutti i Mondiali, quella in cui può davvero succedere di tutto. Sulla carta il francese Yohann Diniz parte davanti a tutti. Robert Heffernan è il Campione del Mondo 2013 e sa come si può vincere, per il podio è davvero lotta apertissima tra diversi atleti e quasi sicuramente sbucherà fuori l’outsider.

 

50KM DI MARCIA (femminile):

La grande novità di questi Mondiali ma a cui parteciperanno soltanto sette atlete! La favorita d’obbligo è la portoghese Ines Henriques, detentrice del record del mondo (4h08:26). Tutte le altre ragazze hanno personali di almeno 20 minuti superiori a lei, ma davvero non ci sono molti precedenti per immaginare lo sviluppo di questa gara. Individuata la numero 1 limitiamoci ad elencare le altre coraggiose ragazze al via: la brasiliana Nair Da Rosa, le cinesi Shuqing Yang e Hang Yin, le statunitensi Kathleen Burnett, Erin Talcott e Susan Randall.

 

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