Atletica
Atletica, Mondiali 2017 – IL PAGELLONE DELL’ITALIA: sfilza di bocciature. Palmisano Reginetta, Meucci al top, Tamberi e Tortu promossi, Lingua emozionante
GIANMARCO TAMBERI: 6,5. La nave stava colando a picco e a lui si chiedeva un’impresa fuori da ogni logica considerando che veniva da un anno complicatissimo, da un infortunio molto grave e da due interventi chirurgici. Eppure con grande cuore e caparbietà ha sfiorato la qualificazione alla finale, a suo dire in una giornata “bassa”. Si era presentato a Londra per cercare di lottare per una medaglia ma si sapeva che sarebbe stato complicatissimo complice una continua fisica purtroppo non ancora al top e una concorrenza mai così agguerrita (addirittura in 17 a 2.31 per strappare la norma di qualifica, mai successo nella storia). Ha realizzato il suo stagionale (2.29, misura con cui poi Ghezal è andato a medaglia!), ci ha messo tutto quello che aveva e per ovvi motivi non poteva ancora essere al top della condizione. Il Campione d’Europa e del Mondo indoor ha sfiorato l’atto conclusivo in queste condizioni, non può che essere promosso.
FILIPPO TORTU: 6,5. La grande promessa dell’atletica italiana può tornare a casa con moderata soddisfazione e guardare al futuro con ottimismo. “Questi sono stati i migliori 200m della mia vita” ha dichiarato dopo la sua prestazione in semifinale, un 20.62 corso sotto la pioggia (lasciandosi alle spalle Akani Simbine, finalista sui 100m) che a suo dire è stato migliore rispetto al 20.34 del Golden Gala. Indubbiamente si sono viste delle importanti potenzialità tecniche ma il brianzolo deve crescere e i margini di miglioramento sembrano infiniti.
L’obiettivo di risultato è stato pienamente raggiunto entrando in semifinale (la finale era oggettivamente proibitiva) mentre era lecito aspettarsi che si corresse sul suo personale, proprio il tempo corso due mesi fa a Roma: avrebbe dovuto farlo in batteria perché poi l’acquazzone della serata delle semifinali lo ha reso effettivamente proibitivo. Bravo a recuperare prontamente dall’infortunio patito sulla scalinata di Piazza di Spagna, a vincere gli Europei U20 e a essere protagonista a Londra. Lo aspettiamo ai prossimi appuntamenti.
DAVIDE RE: 6+. Secondo alle spalle di Wayde Van Niekerk, Campione Olimpico e del Mondo, icona indiscussa dell’atletica in generale. Sarà un racconto che tramanderà per generazioni, il riassunto della sua memorabile batteria dei 400m dove sembrava attardato sul rettilineo finale prima di piazzare un’incredibile rimonta e passare il turno. Per il cuore e l’impegno nulla da dire, è andato oltre le aspettative e le potenzialità. Chiaro che stiamo parlando di una goccia nel mare.
ALA ZOGHLAMI: 6+. Il giovane azzurro è stato bravo, ha letteralmente preso a schiaffoni il suo personale sui 3000m siepi, lo ha ritoccato a un onorevole 8:26.18 e si è spinto a soli 3 decimi dalla qualificazione per la finale. Ha davvero fatto tutto quello che doveva e poteva fare. Uno dei pochi azzurri capaci di firmare il personale in questa occasione.
MARCO DE LUCA: 6. A 36 anni e al settimo Mondiale della carriera (secondo azzurro di tutti i tempi dopo Nicola Vizzoni) fa una gara da protagonista nella 50km di marcia ma nel finale purtroppo le energie non lo sorreggono e chiude al nono posto, appena fuori dalla zona punta. Promosso per la caparbietà dimostrata, peccato che sia mancato quel qualcosina per ottenere il meritato piazzamento da finalista.
FRANCESCO FORTUNATO: 6. Quando fai il tuo personale nella gara più importante dell’anno allora puoi ritenerti soddisfatto: 1h22:01 e 25esimo posto per il giovane azzurro che deve cogliere questa occasione come trampolino di lancio.
VALENTINA TRAPLETTI: 6. La 32enne ha fatto il suo nella 20km di marcia, migliorando il personale che aveva siglato qualche mese fa: 1h30:35, 15esima posizione a un solo secondo dalla Giorgi.
MARIA ENRICA SPACCA: 6. Si è comportata bene in staffetta, ha corso la sua dignitosa frazione in linea con le sue potenzialità. Non si può recriminarle più di tanto: quando è stata chiamata in causa ha svolto il suo compito.
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lorenzo333
14 Agosto 2017 at 15:22
Un’Italia che ormai da minimo vent’anni nell’atletica mondiale non conta quasi piu’ nulla , ma questa volta si e’ toccato proprio il fondo. Fino a qualche anno fa reggeva l’alibi che gli altri hanno molti atleti di colore i quali piu’ predisposti da madre natura per molte discipline, ora da qualche anno in nazionale gli atleti di colore c’e’ li abbiamo anche noi , eccome se c’e ne abbiamo , ma purtroppo i risultati non cambiano , quindi caduti tutti gli alibi ora scuse non c’e’ ne sono piu’ . Il problema e’ semplicemente tecnico , non abbiamo la gente giusta che sappia spronare al meglio il giovane atleta ed anche probabilmente un problema di organizzazione .
Probabilmente alle prossime olimpiadi e ai prossimi mondiali si fara’ meglio , ma solo per il fatto che peggio di questa volta veramente e’ molto difficile fare; l’Italia e# stata semplicemente una mosca bianca