Atletica
Atletica, Mondiali 2017 – La doppietta “bianca e bionda” fa la storia insieme a Schippers, lo sport globale emoziona tutti. Il poker di Reese è leggenda
Spesso si è detto e scritto che le persone di colore avessero quel qualcosa in più che le facesse primeggiare nella corsa. Un’espressione che non ha chiaramente una base scientifica, un discorso atavico sulla razza che, nonostante gli anni passino e il mondo cambi, non finisce mai di circolare e che rischia anche di essere spesso stucchevole e denigratorio.
La serata odierna ai Mondiali 2017 di atletica leggera ha ribaltato delle gerarchie che si erano costruite nel corso degli anni. La storica doppietta statunitense sui 3000m siepi, confezionata da due ragazze bianche e bionde, avrà indubbiamente un impatto mediatico: Emma Coburn e Courtney Frerichs sono riuscite nell’impresa di staccare Hyvin Jepkemoi dopo l’ultima riviera e in precedenza aveva già abbattuto la resistenza di Ruth Jebet, rispettivamente kenyota e rappresentante del Bahrain, rispettivamente Campionessa del Mondo e Campionessa Olimpica.
Una ventina di minuti dopo, invece, Dafne Schippers ha ribadito di essere la Reginetta dei 200m, trionfando per la seconda volta consecutiva nella rassegna iridata e portando a casa la quarta medaglia nella velocità ai Mondiali dopo un passato nell’etptathlon. Olandese, bianca e bionda anche lei, ha vinto un emozionante spalla a spalla con l’ivoriana Ta Lou, già argento sui 100m l’altro giorno davanti alla Schippers ma battuta da Tori Bowie. Se vincere è difficile, confermarsi lo è ancora di più e la ragazza di Utrecht ha avuto le capacità di trionfare in una gara sì con diverse assenti (pensiamo a Thompson e Bowie) ma in cui alla fine ha dettato legge con autorevolezza.
Quanto accaduto allo Stadio Olimpico è l’ennesima dimostrazione che banalmente le razze non esistono e si possono fare soltanto dei discorsi sportivi, tutti accomunati dall’atletica leggera, lo sport più democratico e globale che esista senza alcuna differenza com’è giusto che sia.
La suggestione appena citata non deve fare dimenticare che Brittney Reese si è laureata Campionessa del Mondo per la quarta volta nel salto in lungo: siamo di fronte a un autentico monumento forse non sufficientemente celebrato. La gara è stata intensa e tirata con Darya Klishina e Tianna Bartoletta, un vero spot di agonismo.
A livello strettamente prestazionale non si è visto niente di particolarmente eclatante e anche le misure del lancio del martello (vinto naturalmente da Pawel Fajdek, pronostico confermato) sono state inferiori alle aspeattive. Dopo otto giorni di gara possiamo tranquillamente dirlo: fare un grande tempo o una gran misura a Londra è davvero molto difficile.
(foto pagina Facebook IAAF)
Gabriele Dente
13 Agosto 2017 at 01:13
Già, la supposta superiorità della razza nera è uno dei cardini su cui poggia la rovina della nostra atletica. Sono trent’anni che sento dire queste cose e alla lunga hanno contribuito a produrre risultati disastrosi. Ora stiamo vedendo innumerevoli vittorie di atleti e atlete bianche che fanno emergere l’unica verità: esistono solo la ricerca del talento, il lavoro e l’organizzazione. Chi lavora di più ed ha un’organizzazione migliore emerge. Gli altri spariscono. Ma… i gerontosauri delle nostre parti lo sanno?