Atletica

Atletica, Mondiali 2017 – Marco Lingua, il sogno dopo il riscatto: finale da cardiopalma per sorprendere tutti

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Marco Lingua si è riscattato dopo i celeberrimi sei nulli tra le Olimpiadi 2008 e 2016 conquistando la sua prima finale internazionale a 39 anni suonati. L’azzurro si è reso protagonista di una superlativa prestazione l’altro ieri e ha agguantato la qualificazione all’atto conclusivo con la 12esima e ultima misura utile riuscendo così a lasciarsi alle spalle tante delusioni e amarezze, raggiungendo un traguardo inseguito tanto a lungo e il giusto riconoscimento per il suo impegno e per i tanti sacrifici delle ultime stagioni.

Il ragazzotto di Chivasso ha sudato sotto la pioggia torrenziale di Londra, ha piazzato subito un buon 74.41, poi ha sparato il suo martello addirittura oltre i 76 metri scivolando però in pedana e commettendo un nullo. L’azzurro si è presentato nella capitale britannica con grandissima motivazione, questa volta è davvero carico, è pronto e sembra convinto dei propri mezzi, in grandissima forma fisica, quella che gli serve per cercare di fare la differenza e rendere ancora più bella questa spedizione iridata.

 

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Marco Lingua non si accontenta di essere tra i migliori 12 al Mondo e, una volta arrivato tra i grandi, vuole provare a far saltare il banco, cercando di essere uno degli outsider della vigilia. Uscito dai grandi radar, ha proseguito la sua attività da finanziere ma non ha mollato l’atletica leggera e ha proseguito fondando una società personale (Marco Lingua 4ever) iniziando questa stagione nel migliore dei modi: più volte sopra i 77 metri e il sogno di avvicinare ulteriormente il suo personale di 79.97 che risale a nove anni fa, la misura con cui si presenterò ai Giochi Olimpici di Pechino uscendo purtroppo “senza misura”.

Questa volta l’allievo dell’eterno Nicola Vizzoni dovrà davvero superarsi e ha già dichiarato che l’obiettivo è quello di entrare tra i migliori otto in modo da portare a casa dei punti preziosi per la causa italiana (al momento siamo fermi ai 3 raccolti da Daniele Meucci grazie al sesto posto nella Maratona). Ce la può davvero fare perché quello che si è visto in qualificazione è assolutamente promettente: i suoi cinque giri (unico al mondo a utilizzare questa tecnica) potrebbero davvero spedirlo lontano. Inseguire la medaglia è davvero complicato, bisognerà probabilmente andare in zona 79-80: insomma serve il lancio della vita ma sognare non è vietato.

I polacchi Fajdek e Nowicki sono imprendibili ma Marco Lingua può essere annoverato tra gli outsider, magari un gradino sotto ai vari Nazarov, Bareisha, Pronkin, Halasz.

 

(foto FIDAL/Colombo)

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