Atletica
Atletica, Mondiali 2017 – Usain Bolt, per sempre The Greatest! La leggenda umana nella sconfitta, il più forte e il più amato
Sarà comunque sempre il più grande. Usain Bolt sta all’atletica leggera come Mohammed Alì sta alla boxe, come Michael Phelps sta al nuoto, come Nadia Comaneci alla ginnastica artistica. Semplicemente un Mito Immortale che va oltre il suo sport. Forever The Fastest recitavano le sue scarpette celebrative, realizzate appositamente per la sua ultima recita, per l’ultima corsa, per l’ultimo sprint di una vita corsa 100m alla volta a velocità spericolate, a suon di primati e record.
Come nessuno ha fatto prima e come nessuno probabilmente farà nel prossimo futuro: 9.58 e 19.19, tempi da robot fantascientifico che chissà quando verranno abbattuti, al limite dell’umano e dell’impossibile, venuti direttamente da un’altra era e che il più grande ha saputo regalarci, dominando per un decennio, segnando davvero un’epoca. Perché, negli annali dell’atletica leggera, ci sarà sempre un pre e un post Bolt. Un vero e proprio spartiacque, un autentico Messia che ha fatto e che farà da anno zero. Usain non ha semplicemente messo un autografo enorme sulla Bibbia dell’atletica leggera, quella in pista, fatta di successi e record.
No. Parliamo di un uomo a tutto tondo che ha fatto entrare il suo sport nelle case davvero di miliardi di persone, rendendole un volto familiare e noto anche a chi non segue lo sport in generale. Un uomo capace di spostare milioni e miliardi di dollari grazie a prestazioni mirabolanti e a operazioni di marketing di assoluto impatto globale a cui soltanto calcio, basket, football, tennis e motori erano abituati prima del suo avvento. Gli sponsor hanno sempre fatto a gara per averlo, lui è entrato nel cuore del pubblico e da lì non ne uscirà mai.
Lo si è capito chiaramente oggi quando ha perso sul campo la prima vera gara importante della carriera (in passato si era dovuto arrendere soltanto a una sua partenza falsa ai Mondiali 2011, trascuriamo quelli nei meeting). Il pubblico di Londra era tutto per lui, i social network lo acclamavano e lo invocavano, grandi star internazionali e sportivi da ogni angolo del globo lo hanno semplicemente ringraziato per quanto ci ha regalato dalle Olimpiadi di Pechino 2008 fino a oggi. Si è consumata la Caduta degli Dei, The Greatest è stato sconfitto ma non battuto, non dimenticato.
Lo show post gara ne è la dimostrazione estrema, quasi che il risultato della gara non contasse poi molto, come se Justin Gatlin (fischiatissimo e odiatissimo per il suo passato fatto di doping) non fosse il nuovo Campione del Mondo, come se il Tempo si fosse fermato e sul Trono ci fosse ancora Sua Maestà Usain Bolt il cui Regno non avrà fine. Il prossimo weekend lo rivedremo in staffetta per cercare di non salutare con una sconfitta totale (ha perso dopo tre titoli iridati sui 100m e quattro sui 200m, conditi da tre doppiette alle Olimpiadi e i record del mondo di Berlino 2009): lascerà davvero o ora tramerà una vendetta?