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Basket, Europei 2017: gli azzurri ai raggi X. Marco Belinelli è chiamato al ruolo di leader, serve di più da Nicolò Melli e Gigi Datome

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Il countdown verso l’inizio degli Europei di basket prosegue. Mancano meno di due giorni all’appuntamento più importante dell’estate cestistica. Ventiquattro squadre si contenderanno il titolo per un torneo che si preannuncia divertente ed appassionante. Dopo aver analizzato favorite ed outsider, ora è tempo di concentrarsi sull’Italia. Il training camp di Folgaria era cominciato con 19 giocatori, poi diventati 20: dopo più di quattro settimane di lavoro tra incidenti di percorso vari, Ettore Messina ha scelto i 12 che compongono il roster dell’Italia per gli Europei 2017. Scopriamoli insieme:

Daniel Hackett – Il training camp era iniziato con il dubbio riguardo la sua condizione fisica, visto l’infortunio che lo ha tenuto fuori per tutta la seconda parte di stagione. I punti interrogativi sono stati però spazzati via. Daniel sta bene e come negli anni scorsi sarà lui il playmaker titolare. Con Belinelli forma una coppia esplosiva in cabina di regia: Hackett, soprattutto nei tanti momenti in cui è il compagno ad iniziare l’azione, dovrebbe ricordarsi il grande attaccante che è e tentare qualche sortita in più al centro dell’area. Sarà uno dei giocatori su cui contare nei finali di gara, come ha dimostrato la partita del Torneo dell’Acropoli contro la Grecia.

Marco Belinelli – Dovrà essere lui il leader, senza girarci intorno. Ha sempre avuto responsabilità in azzurro e non si è mai tirato indietro, ma quest’anno non avrà Gallinari a dividersi con lui il peso della squadra. In attacco è un pericolo pubblico: sul pick and roll è devastante, potendo creare per i compagni dal palleggio o attaccare in prima persona. Nel tiro è la solita sentenza. Spesso, però, omette la difesa facendo andare via il proprio uomo in penetrazione troppo facilmente. La partita contro il Montenegro a Tolosa ha dimostrato che il ruolo di Beli è grandissimo in questa squadra, soprattutto nella metà campo offensiva dove spesso è lui ad iniziare l’azione: deve gestirsi bene nell’arco della partita (e del torneo) – ed i compagni dovranno aiutarlo – per arrivare fresco nei finali di partita in cui serviranno tutto il suo talento ed il suo killer instinct.

Pietro Aradori – È una garanzia in uscita dalla panchina. Negli anni si è cucito addosso il ruolo di specialista, capace di farsi trovare sempre pronto quando viene chiamato in causa. Così è stato ad esempio nella partita contro il Montenegro, quando ha iniziato la rimonta guidando il secondo quintetto, e così è stato contro la Georgia, quando si è risultato il miglior realizzatore. Anche lui spesso pecca in difesa. In attacco però, ha un istinto per il canestro che pochi altri hanno.

Ariel Filloy – Alzi la mano chi si aspettava di vederlo tra i convocati. Dopo le prime uscite, invece, l’italo-argentino era già uno dei pochi certi del posto tra i 12. Il neo-acquisto di Avellino si è fatto strada attraverso la concorrenza mostrandosi come la miglior riserva possibile per Hackett e meritandosi la convocazione a suon di ottime prestazioni. Aldilà di qualche limite tecnico, il coraggio non gli manca, come ha dimostrato quando è stato chiamato in causa nei finali di partita.

Paul Biligha – Ha rischiato di non esserci visto il ritorno di Marco Cusin ma alla fine l’italo-camerunese è riuscito a strappare un posto tra i 12. Ci mette tanta energia e volontà, ma molto spesso finisce per non sapersi controllare. È generoso ma troppe volte in preparazione ha commesso errori in banali, in attacco o nella lotta a rimbalzo. Dovrà guadagnarsi i minuti che il CT eventualmente gli darà.

Nicolò Melli – Con l’assenza di Gallinari ci si aspettava molto da lui ed invece è stata una delle delusioni della preparazione. Nick è reduce da un’ottima annata, che lo ha consolidato come uno dei lunghi più forti d’Europa e che gli è valsa la chiamata del Fenerbahce campione d’Europa. In Nazionale, però, ha finora faticato: è stato cercato spesso dai compagni in attacco, soprattutto nei primi minuti di partita, ma non è mai riuscito ad essere continuo nell’arco della gara. Eppure è un’arma offensiva molto versatile, potendo offrire diverse soluzioni all’attacco azzurro. A volte gli è poi mancata lucidità in difesa, caricandosi di falli nel primo quarto e condizionando tutta la partita. Deve ritrovarsi perché l’Italia ha bisogno anche dei suoi punti.

Davide Pascolo – Ha saltato la prima settimana di ritiro per terminare la riabilitazione dopo l’intervento al menisco ma quando si è unito ai compagni a Cagliari ha subito messo in chiaro le cose. È preziosissimo nelle piccole cose: tiene vivi i palloni a rimbalzo, sporca e devia i passaggi, non ha paura a buttarsi sul parquet per recuperare una palla. Dà un contributo notevole sia in difesa che in attacco, dove fa il suo in termini di punti: se riesce a segnare con continuità allora può giocare tanti minuti e prolungare il riposo dei titolari, Datome su tutti.

Marco Cusin – Anche per lui la preparazione non è andata come ci si aspettava. Sembrava sicuro del suo posto ed invece è stato mandato a casa nel bel mezzo del raduno di Cagliari per problemi fisici. Stava già pianificando il trasferimento a Milano quando è stato richiamato in tutta fretta dal CT, dopo le brutte prestazioni della squadra a Tolosa. Lo staff ha verificato le sue condizioni dichiarandolo arruolabile: a farne le spese è stato Riccardo Cervi. Cusin è chiamato ad un ruolo di sacrificio, cosa che sa molto bene: non si è mai tirato indietro mettendoci cuore ed intensità. È proprio questo che gli si chiede, soprattutto in difesa, nella protezione dell’area.

Andrea Cinciarini – Sembrava già con un piede sull’aereo per tornare a casa ed invece è poi salito sul volo diretto a Tel Aviv. Cinciarini è stato fino all’ultimo momento in lizza con Amedeo Della Valle per l’ultimo posto tra i 12 ed è riuscito alla fine a vincere il ballottaggio. È il terzo playmaker in squadra e potrebbe quindi vedere il campo solo a risultato acquisito: nell’ultima uscita è stato il migliore in campo ma giocava con la convocazione già in tasca. Quando è stato impiegato, infatti, ha palesato enormi difficoltà soprattutto nella metà campo difensiva.

Awudu Abass – Il suo minutaggio è andato via via calando nel corso della preparazione e non solo per le ottime prestazioni di Pascolo. Quando è stato chiamato in causa non sempre ha saputo farsi trovare pronto alternando cose buone (poche) a tanti, troppi errori. La volontà e l’impegno non gli mancano ma deve aggiungere qualcosa in più perché servirà anche il suo contributo.

Christian Burns – È senza il minimo dubbio la sorpresa delle quattro settimane di preparazione. Non era inizialmente previsto tra i convocati ma è stato aggiunto dopo pochi giorni al gruppo. E menomale, aggiungeremmo. Dopo una prima parte in ombra, a Tolosa è venuto fuori, conquistandosi sul campo la convocazione, strappata ai danni di Filippo Baldi Rossi. La sua energia in uscita dalla panchina è fondamentale per contagiare i compagni (vedi la rimonta contro il Montenegro). Spesso fa fatica a controllarsi ma rimane un’arma importante da giocarsi nei minuti più delicati. Anche dal punto di vista tecnico offre varie soluzioni, non disdegnando il tiro da fuori e potendo addirittura guidare la transizione in palleggio se necessario.

Luigi Datome – Concludiamo con il capitano. Come Melli, anche da lui ci si aspettava di più durante la preparazione. È apparso spento, soprattutto nelle ultime uscite, perdendo subito fiducia al primo errore e mostrando un atteggiamento ed un linguaggio del corpo sbagliati. L’Italia ha bisogno di lui, così come i suoi compagni. Serve la sua leadership, il suo carisma: siamo sicuri che saprà ritrovarsi in questi pochi giorni per farsi trovare pronto e, come sempre, dare tutto per questa maglia. Non è esente da errori in difesa, come molti dei suoi compagni – se non tutti – ma è paradossalmente in attacco dove è mancato di più: può giocare spalle a canestro o attaccare in penetrazione i suoi pari ruolo e, soprattutto, allargarsi per concludere dall’arco. Tutto questo si è visto poco nel corso delle amichevoli giocate.

 




 

alessandro.tarallo@oasport.it

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Foto: Ciamillo Archivio FIP

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