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Basket, Torneo dell’Acropoli 2017: la Serbia è il primo ostacolo della “nuova” Italia

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Otto giorni ad Eurobasket 2017. L’Italbasket prosegue il suo viaggio verso Tel Aviv, dove disputerà le partite del suo girone: prossima fermata, Atene. Nella capitale greca gli azzurri saranno impegnati nel prestigioso Torneo dell’Acropoli, dove affronteranno Serbia, Grecia e Georgia. Sarà la prova generale in vista della rassegna continentale. Anziché dover pensare agli ultimi ritocchi però, sul cantiere italiano vige ancora il cartello ‘lavori in corso’. I passi avanti visti a Cagliari sono stati completamente spazzati via dalle opache prestazioni di Tolosa contro Montenegro (mascherata o comunque compensata con una bella rimonta nel finale), ma soprattutto Belgio e Francia. Passi indietro ai quali bisogna porre rimedio perché il tempo stringe.

La tre giorni francese ha messo a nudo le lacune dell’Italia. Lo diciamo spesso: il termometro della prestazione degli azzurri è la difesa. È da lì che nasce tutto, proprio come la rimonta vista contro il Montenegro. Aggressività, aiuti, corse, recuperi, voglia ed impegno: tutto questo si è visto a sprazzi. Nei momenti in cui l’Italia è riuscita a farlo, però, la differenza in attacco si è vista. Aldilà dei problemi dal punto di vista tecnico, poi, ad impressionare sono stati i troppi cali di intensità, davvero preoccupanti, con i giocatori apparsi spesso distratti e superficiali. Bisogna voltare pagina, ma intanto la debacle francese qualche strascico lo ha lasciato: Ettore Messina ha infatti deciso di richiamare Marco Cusin. Lo staff medico ne valuterà le condizioni e se dovesse stare bene allora il nuovo pivot dell’Olimpia entrerebbe di prepotenza nel discorso convocazione. Il roster sembrava definito, con due ballottaggi (Cinciarini-Della Valle e Baldi Rossi-Burns) ancora da chiarire, ma il ritorno di Cusin rimette tutto in discussione, perlomeno nel reparto lunghi. Il Torneo dell’Acropoli diventa quindi ancor di più interessante e fondamentale per l’Italia.

Il primo ostacolo per l’Italbasket si chiama Serbia. L’asticella si sta alzando sempre di più: si tratta di una squadra di livello altissimo ed abituata ai grandi palcoscenici (argento ai Mondiali del 2014 e alle Olimpiadi di Rio). Il CT Sasha Djordjevic, però, è anche lui alle prese con dei bei grattacapi. Anche i serbi, infatti, devono fare i conti con un gruppo diverso e per certi versi nuovo, per cui si tratta di una squadra in costruzione. Pochi giorni fa il capitano e leader Milos Teodosic ha alzato bandiera bianca per un problema al polpaccio. Assenza di per sé importante, che va ad aggiungersi a quelle di Nikola Jokic, Nemanja Bjelica e Miroslav Raduljica. Come se non bastasse, poi, anche Nemanja Nedovic è in forte dubbio. La Serbia resta in ogni caso un collettivo solido e combattivo, con individualità importanti, su tutti Bogdan Bogdanovic e Boban Marjanovic. Un test davvero duro. Proprio quello serve all’Italia: solo confrontandosi con i più forti si può davvero conoscere la propria forza.

 




 

alessandro.tarallo@oasport.it

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Foto: Ciamillo Archivio FIP

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