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Calcio
Calcio, Qualificazioni Mondiali 2018: analisi tattica. 4-2-4 o 3-4-1-2? I dubbi di Ventura per arginare la Spagna
E’ un’Italia convinta dei propri mezzi quella che si proietta alla super sfida di sabato sera contro la Spagna, nel settimo incontro del gruppo G di qualificazione ai Mondiali 2018 in Russia. Con 16 punti all’attivo, gli stessi delle Furie Rosse, gli azzurri calcheranno il mitico rettangolo di gioco del Santiago Bernabeu consci delle difficoltà, avendo l’obbligo di vincere per sperare nel primato del raggruppamento vista una differenza reti non favorevole (+18 vs +14). Un dato che va ad aggiungersi al fatto che gli spagnoli non hanno mai perso in casa nel corso delle qualificazioni (46 vittorie e 9 pareggi in 55 gare) e l’ultima vittoria italiana in terra iberica risale al 1949 nello Stadio “Chamartin” senza tener conto del trionfo nel Mondiale del 1982 contro la Germania a Madrid. .
Gli uomini di Ventura non hanno scelta e le ultime uscite, sia in gare ufficiali che in amichevole, hanno visto una Nazionale in crescita sia sul piano del gioco che della voglia di essere squadra, ingredienti fondamentali per essere alla pari della corazzata iberica. Ventura in questa settimana di avvicinamento al match del 2 settembre ha due schemi di gioco in testa: il 4-2-4 o il 3-4-1-2, entrambi fortemente aderenti alla filosofia calcistica dell’ex ct del Torino.
Il primo è una dolce follia con tutto il nostro potenziale offensivo schierato. Candreva, Immobile, Belotti ed Insigne compongono un poker di calciatori, in grado di creare grattacapi a qualunque retroguardia avversaria, mix ideale di determinazione, forza e tecnica. Un assetto nel quale la figura di riferimento di “Lorenzo il Magnifico” è determinante. Questo inizio di stagione sta seguendo, in scia, quanto fatto dall’anno scorso ed il lavoro di Sarri sul ragazzo si vede. Un giocatore molto più completo il fantasista, dotato non più solo di tecnica sopraffina ma anche di doverosa cattiveria negli ultimi metri e spirito di sacrificio a supporto della squadra. Poi, da uno che dà del tu al pallone ci si può aspettare di tutto.
Una soluzione, questa, che forse non convince troppo in fase di copertura l’allenatore nostrano, per supportare meglio il centrocampo, zona nella quale la Spagna sa fare la differenza. In questo senso la soluzione alternativa (3-4-2-1) avrebbe nella famosa BBC un punto di riferimento difensivo importante ed oltretutto verrebbe maggiormente salvaguardato un calciatore come Marco Verratti, talento purissimo del Psg che, sgravato da qualche compito di copertura, avrebbe maggior incidenza nella rifinitura per l’ultimo passaggio. La controindicazione è che, secondo questo schema, resterebbe fuori proprio Insigne e la compagine può permettersi di lasciar fuori il suo calciatore più in condizione?
Il piano “C” a quel punto sarebbe un 3-4-3 con il napoletano, ovviamente, nel tridente offensivo, ed uno tra Immobile e Belotti resterebbe in panchina, giocando con le classiche due ali (Candreva-Insigne) ispirate da un Verratti, però, più arretrato.
Sono questi i pensieri che affollano la mente del 69enne genovese e solo lui conosce esattamente la condizione dei suoi calciatori. Di sicuro, le sue aspettative sono quelle di vedere un’Italia gagliarda, non passiva, che si gioca la partita perchè questa per il Bel Paese sarà una finale.
giandomenico.tiseo@oasport.it
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Foto da profilo twitter Vivo Azzurro