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Calcio, Var al centro delle polemiche: l’applicazione della tecnologia fa discutere e Buffon attacca

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Si chiama Video Assistant Referee ed è lo strumento ideato per supportare gli arbitri nel loro ruolo di direttori di gara, in via sperimentale nel campionato di calcio di Serie A. Il Var, come tutti o quasi lo chiamano, ha delle applicazioni precise:

– per stabilire la regolarità di un gol
–  per decidere se espellere un giocatore
– per decidere se dare un rigore
– per correggere l’ammonizione o l’espulsione del giocatore sbagliato

Questi i punti cardine di applicazione ma, di fatto, in queste prime due giornate il ricorso alla tecnologia sta alimentato tante polemiche. In teoria, il ricorso al nuovo sistema avrebbe dovuto riguardare gli episodi più eclatanti sfuggiti all’arbitro e conseguentemente minimizzare gli errori ma non certo eliminarli. Tuttavia nella valutazione dell’essere evidente o meno, come era abbastanza prevedibile, c’è discrepanza di vedute.

Nelle partite delle prime due giornate in Serie A, infatti, il Var è entrato in azione diverse volte ravvisando dei contatti in area con conseguente penalty o gol in fuorigioco inizialmente non sanzionati ma, secondo alcuni, l’intensità del contrasto non era tale per portare a decisioni così “drastiche” trasformando il calcio in uno sport più affine al basket ed alla pallanuoto.

Concetti espressi con una certa chiarezza dal capitano della Nazionale Italiana e della Juventus Gianluigi Buffon che, senza troppi peli sulla lingua ha dichiarato, dopo la vittoria 4-2 contro il Genoa a Marassi: Quando riusciranno ad adoperarlo con parsimonia e a calibrarne l’uso, secondo me sarà un ottimo ausilio. In questo momento, sicuramente ci sta che faccia fare meno errori, anche se poi non è così in fondo in fondo. Ma si perdono due cose. La valutazione dell’arbitro e la sensibilità che ha un arbitro nel gestire la gara perché chiaramente ogni contatto in area non significa che sia rigore, come potrebbe essere dalle fredde immagini. Secondo me, la bravura del direttore di gara sta proprio nel valutare quel contatto. Capire se è un contatto veramente lesivo o meno. In questo momento, secondo me, per ogni protesta o ogni cosa, loro si avvalgono di questo aiuto. Che va benissimo per noi della Juve, perché noi siamo una squadra d’attacco che sta spesso nell’area avversaria. Quindi mi do anche la zappa sui piedi dicendo questo. Però, se l’anno scorso abbiamo avuto tre rigore a favore vuol dire che quest’anno arriveremo a 55. Ci saranno 52 rigori in più a nostro favore. Ce ne saranno anche 15 in più contro, ma il divario sarà a nostro vantaggio. E sinceramente non mi interessa perché vedere una partita di calcio, vedere anche la bravura di un arbitro, di un portiere e di un difensore, nella gestione di una gara è molto importante e molto umana. Non vorrei che andassimo nel mondo dei disumani perché si perde tutto.”

La critica del portierone bianconero è chiara ed è rivolta all’uso eccessivo di una tecnologia ideata come “ultima risorsa” e trasformatasi, secondo l’estremo difensore azzurro, in un “Mostro” che deresponsabilizza chi ha il dovere di giudicare certi episodi senza tener conto delle dinamiche di gioco. Un calcio “virtuale” in buona sostanza che ad uno dei calciatori più forti di tutti i tempi in Italia e nel mondo non piace e che, di fatto, non ha eliminato il battibeccare durante e dopo l’incontro.

Che posizione, dunque, la classe arbitrale dovrà prendere per non far diventare il Var, il vero giudice in campo?

giandomenico.tiseo@oasport.it

Twitter: @Giandomatrix

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Foto: profilo twitter Champions League

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