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Ciclismo, Europei 2017: quali possibili scenari tattici per l’Italia? Da organizzare al meglio un super treno per Elia Viviani

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Latitano i titoli per la nazionale italiana di ciclismo maschile. Dopo la tragica scomparsa di Franco Ballerini sono arrivate solo delusioni per quanto riguarda le prove in linea tra Mondiali, Olimpiadi ed Europei (l’anno scorso c’è stata la prima edizione riservata agli elite). Prima Paolo Bettini, poi Davide Cassani: tutti a caccia di un colpaccio che nel decennio scorso era diventato praticamente un’abitudine. L’occasione più ghiotta, dopo Firenze 2013 e Rio 2016, sfortunatissime in chiave Vincenzo Nibali, sembra essere quella di Herning 2017.

Non sarà proprio un evento da ricordare, ma vincere fa sempre piacere e portare la maglia di campione continentale in giro per il World Tour è sempre un onore. Proprio per questo la nazionale italiana ha puntato dritto su questi campionati europei in Danimarca, a differenza di tanti altri team. Sin da inizio anno è stato scelto il capitano: Elia Viviani. Il vincitore dell’omnium su pista agli scorsi giochi olimpici dovrà vedersela con un rivale di tutto rispetto come Alexander Kristoff. Quale sarà lo schema tattico degli azzurri?

Un vero e proprio squadrone per questo tipo di gara a disposizione di Cassani. Difficilmente ci sarà uno scenario diverso da quello dello sprint di gruppo. Per bloccare le ambizioni di qualche attaccante da lontano e gestire la corsa nei primi chilometri di gara si punterà su Davide Ballerini e Filippo Ganna, alla prima esperienza di questo livello, assieme a Salvatore Puccio. Entrati nella fase finale, soprattutto negli ultimi 15 chilometri, si punterà ad organizzare il treno per Viviani. Se tutto funzionerà al meglio, almeno sulla carta, lo sprint del corridore del Team Sky dovrebbe partire a 200 metri dal traguardo in testa al plotone. Simone Consonni, Roberto Ferrari, Davide Cimolai e Jacopo Guarnieri, saranno loro a scortare il veneto prima della trenata conclusiva dell’ultimo uomo Fabio Sabatini, capace di trascinare al successo spesso e volentieri Marcel Kittel. Servirà tanta coordinazione: non c’è spazio per sbagliare nulla.

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Foto: Pier Colombo

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