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Formula 1

F1, GP Belgio 2017: il ruolo di Kimi Raikkonen nella rincorsa iridata della Ferrari

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Il Gran Premio del Belgio, dodicesima prova del Mondiale F1 2017, sarà una tappa importante non solo per Sebastian Vettel, ma anche per Kimi Raikkonen. Con un contratto per il 2018 appena siglato, a testimonianza della fiducia riposta nei suoi confronti, il 37enne di Espoo è chiamato a dare quel contributo, sia al team che in appoggio al suo compagno di squadra, non sempre esente da imperfezioni nel corso delle gare precedenti.

Se si esclude la bellissima corsa disputata in Ungheria, laddove Raikkonen è stato semplicemente perfetto nelle vesti di uomo-squadra, in precedenza il campione del mondo 2007 è mancato in competitività e, forse ancora di più, in continuità anche all’interno del singolo GP, correndo a tratti in maniera passiva e dunque non riuscendo a garantire adeguato supporto, dal punto di vista strategico innanzitutto, alla Ferrari, lasciando Vettel in una situazione di inferiorità numerica nei confronti dei piloti Mercedes, in alcune occasioni rivelatasi fatale.

È dunque la continuità la chiave fondamentale che serve a Kimi per poter crescere ulteriormente di rendimento, così da valorizzare la sua qualità di pilota più da gara che da qualifica, contando anche sul fatto che, riguardo a quest’ultimo frangente, Ferrari fin qui ha dovuto temere solamente la Mercedes, con Red Bull raramente in grado di impensierire i due grandi rivali nella corsa all’iride al sabato. Nella peggiore delle ipotesi, dunque, Raikkonen ha teorico agio a poter ugualmente portare la macchina in seconda fila, partendo da una posizione tutto sommato accettabile, seppur davanti ad una performance sul giro secco non eccezionale.

Ovviamente, il contributo di Raikkonen non può essere visto solo nell’ottica titolo piloti, ma anche il campionato costruttori è un obiettivo che, per quanto di difficile raggiungimento, deve essere perseguito con eguale ambizione, se si vuole riportare a Maranello un certo tipo di mentalità vincente. Trentanove lunghezze da recuperare alla scuderia tedesca non sono poche, ma con una crescita, nei termini indicati sopra, della seconda guida di fatto del team, non è un traguardo da accantonare, soprattutto se, come ci si auspica, lo sviluppo dell’auto sarà all’altezza della situazione.

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davide.brufani@oasport.it

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