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Judo, Mondiali 2017: le speranze di medaglia dell’Italia

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Saranno otto i judoka italiani che combatteranno ai Campionati Mondiali di judo 2017, organizzati dal 28 agosto al 3 settembre a Budapest, capitale dell’Ungheria. La squadra azzurra si presenta a questa rassegna iridata reduce dai successi di un anno fa ai Giochi Olimpici di Rio de Janeiro, tuttavia non dobbiamo dimenticare che sono oramai trascorsi otto anni dall’ultima medaglia mondiale dell’Italia, il bronzo vinto da Elio Verde a Rotterdam 2009, edizione che tra l’altro vide anche i quinti posti di Antonio Ciano ed Erica Barbieri.

Le principali speranze di medaglia azzurre, come è ovvio che sia, risiedono innanzi tutto nei due medagliati a cinque cerchi. Fabio Basile, campione olimpico dei 66 kg, non ha ancora combattuto quest’anno, e la sua condizione resterà un mistero fino a quando non ci sarà il primo hajime della rassegna iridata. Odette Giuffrida, medagliata d’argento tra le 52 kg, ha combattuto un po’ di più, ma ha anche dovuto risolvere dei persistenti problemi al ginocchio. Nessuno dei due, dunque, potrà beneficiare di una testa di serie, visto che il nuovo sistema di punteggi ed il dimezzamento dei punti di Rio li ha fatti sprofondare nelle classifiche.

Anche il sorteggio, dunque, dovrà fare la sua parte, così come per gli altri italiani in gara. Dei reduci olimpici, ci saranno anche Elios Manzi (60 kg), Matteo Marconcini (81 kg) ed Edwige Gwend (63 kg). Il messinese ha conquistato la medaglia di bronzo europea un anno fa, l’aretino ha chiuso ai piedi del podio olimpico, mentre l’emiliana di origine camerunense fu argento continentale nel 2010. Si tratta di tre carte che potenzialmente possono arrivare lontano.

Assunta Galeone (78 kg) avrà dalla sua l’arma dell’esperienza, che certamente non manca alla trentunenne napoletana, che di competizioni internazionali ne ha disputate tante. Si tratterà di un esordio, invece, per Francesca Milani (48 kg) ed Antonio Esposito (81 kg), due giovani che sperano di far bene in questa rassegna iridata per dimostrare di aver meritato il posto in nazionale.

In generale, possiamo dire che la conquista di una medaglia sarebbe un ottimo risultato finale per la squadra italiana, innanzi tutto perché romperebbe un lungo digiuno, e poi perché arriverebbe al termine di una stagione che è stata abbastanza tormentata per parecchi dei leader azzurri, che per scelta o per cause di forza maggiore si sono visti poco sui tatami internazionali.

giulio.chinappi@oasport.it

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Immagine: IJF

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