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MotoGP
MotoGP, GP Repubblica Ceca 2017: un Mondiale mai così incerto. Quattro piloti vicinissimi, si deciderà sui dettagli
Dopo oltre un mese di break estivo, il Motomondiale 2017 è pronto a ripartire, andando sulla pista ceca di Brno, per il decimo round stagionale. La classe MotoGp è stata fin qui contrassegnata da un grande equilibrio, testimoniato dal punteggio basso fin qui accumulato dai top rider, nonché da una classifica estremamente corta al vertice. Sono infatti appena 10 i punti che separano il leader della generale, Marc Marquez (Honda) da Valentino Rossi (Yamaha), quarto nella graduatoria. In mezzo troviamo Maverick Vinales (Yamaha) ed Andrea Dovizioso (Ducati), staccati rispettivamente di 5 e 6 lunghezze dall’iberico. Senza dimenticare Dani Pedrosa (Honda), più distante dal quartetto di testa, e dunque ancora non pienamente includibile nella lotta per l’iride, che paga tuttavia solo 26 punti dal compagno di squadra.
L’impressione sin qui avuta è che nessuno sia ancora così forte e solido da poter provare lo strappo decisivo sulla concorrenza, alternando sovente un paio di Gran Premi ottimi ad una prestazione maggiormente scialba, che vanifica quanto di buono evidenziato in precedenza. Continuando su tale tendenza, è indubbio come a giocare un ruolo chiave, più ancora della passata edizione del Mondiale, sarà la costanza di rendimento, da leggersi come capacità di sfruttare appieno le giornate positive, contenendo al contempo al meglio i danni in quelle negative. Chi riuscirà in tale risultato avrà ottime chanche di, quantomeno, giocarsi le sue carte fino in fondo.
Da non sottovalutare, tuttavia, la questione sviluppo dei mezzi, con le case che, approfittando dei test ancora a disposizione, effettueranno sicuramente delle robuste introduzioni di materiale tecnico, utile a superare i limiti fin qui palesati, od incrementare alla perfezione i pregi già esistenti. Yamaha ha in un certo senso già anticipato buona parte di tale lavoro, portando in gara una versione rivista e corretta del telaio della M1, da cui Rossi sembra aver tratto un minimo di giovamento, mentre Vinales non è ancora del tutto soddisfatto da essa. In entrambi i casi vi è comunque da lavorare, per implementare feeling e, di conseguenza, potenziale ricavabile. Honda da sempre è il mago delle seconde parti di stagione, riuscendo con interventi a volte molto incisivi a superare le difficoltà iniziali, consegnando ai propri centauri un mezzo migliorato globalmente, e dunque più semplice da portare al limite. Vedremo se anche quest’anno confermeranno tale tendenza, portando la situazione dalla loro parte. Infine, Ducati è la casa che storicamente è impegnata in maniera pressoché incessante sullo sviluppo, tanto motoristico quanto aerodinamico, e per tale motivo merita sempre un occhio di riguardo. Se dovessero azzeccare le migliorie sulla moto, con un Mondiale così incerto e tirato nulla può essere precluso nemmeno a loro.
Come al solito, dunque, sarà una questione di perfezionamento del binomio pilota-moto, in cui entrambe le parti in causa sono chiamate a dare un valore aggiunto, utile a fare la differenza sulla concorrenza.
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davide.brufani@oasport.it
Foto: Valerio Origo