MotoGP
MotoGP, Mondiale 2017: è volata per il titolo. Cosa aspettarsi sulle restanti piste previste in calendario?
La gara di Silverstone, dodicesimo appuntamento del Mondiale MotoGP 2017, ha reso se possibile la lotta per il campionato ulteriormente incerta ed equilibrata, difficile da leggere e soggetta a ribaltoni sovente imprevedibili a distanza di poche settimane dal round precedente. È cambiato il leader della generale, ora comandata da Andrea Dovizioso (Ducati) davanti a Marc Marquez (Honda) per appena nove punti, con i due alfieri Yamaha Maverick Vinales e Valentino Rossi distanziati, rispettivamente, di 13 e 26 punti. In sostanza, i primi quattro sono racchiusi praticamente entro la gara, riducendo al minimo ogni margine di errore, e dando la possibilità di modificare la posizione in classifica in maniera importante, a seconda di un risultato positivo o negativo. Fermo restando che, in un quadro simile, e con una Michelin che rende intelleggibile il comportamento degli pneumatici messi a disposizione dei piloti, al netto dell’indicazione della mescola, è pressoché impossibile avere le certezze solide che si avevano negli anni precedenti, proviamo a valutare le caratteristiche dei circuiti rimanenti in calendario, a partire dal “Marco Simoncelli” di Misano.
Misano: presso l’autodromo romagnolo hanno svolto, nelle scorse settimane, dei test privati le varie Yamaha, Honda e Ducati, che partiranno dunque da una posizione pressoché similare in quanto a preparazione all’appuntamento in terra italiana. Sulla carta la pista si adatta bene alle caratteristiche della casa di Iwata, con Rossi (già plurivincitore in Riviera) e Vinales che possono dunque puntare a rinnovare la ripresa del loro mezzo, già brillante in Gran Bretagna. Honda ha avuto un rapporto storicamente alterno con Misano, riuscendo a vincere in alcuni casi ma, al contempo, faticando pesantemente in alcune edizioni, a causa di una moto non sempre sufficientemente stabile e facile da condurre, tra le tortuose curve dell’ex Santamonica. Anche Ducati, nonostante abbia sovente utilizzato l’autodromo romagnolo per effettuare test privati, ha raramente brillato, e dunque potrebbe essere chiamata a dover giocare in difesa proprio nel week-end di casa.
Aragon: la penultima tappa in terra spagnola, presso l’isolato autodromo di recente costruzione, dovrebbe essere una ottima occasione per Marquez, capace di fare la differenza in alcuni settori della pista come raramente si vede nel panorama del Motomondiale. Yamaha, ed ancora più Ducati, potrebbero essere chiamate ad inseguire, con in particolar modo quest’ultima mai a suo agio sull’asfalto iberico, ad eccezione dell’edizione di debutto del Gran Premio (nel 2010) in cui Casey Stoner vinse ed il compianto Nicky Hayden concluse in terza piazza.
Motegi: la sede del GP del Giappone sembra sposarsi, in maniera alquanto uniforme, con tutte e tre le case impegnate nella lotta all’iride, avendoci vinto (o comunque ben figurato) in tempi recenti. Degli scenari restanti è probabilmente l’unico a potersi fregiare di tale situazione, rendendo di fatto difficile effettuare una previsione. A livello di piloti, tra i “top” hanno sempre dimostrato un feeling positivo Vinales e Dovizioso, che dunque hanno le carte in regola per provare a fare la differenza rispetto ai diretti rivali.
Phillip Island: Marquez, Vinales e Rossi possono suonare la carica in Australia. Sia per il particolare gradimento nei confronti del tracciato sito lungo il meraviglioso oceano locale, sia perché Ducati, ma forse ancora più nello specifico Dovizioso in primis, faticano a digerire il sinuoso disegno dell’autodromo dell’Isola.
Sepang: anche qui grande equilibrio, con tutte e tre le case in una situazione di teorica possibilità di giocarsi carte importanti presso il circuito malese. Potrà giocare un ruolo decisivo il meteo: sia in caso di asciutto, per via delle temperature torride che connotano il Gran Premio, sia in caso di bagnato, con la pioggia che, quando fa capolino, si presenta come monsonica, ed in ogni caso estremamente intensa. Il tutto aggravato dall’asfalto, di recentissima stesura, che non si è dimostrato adeguatamente drenante nelle suddette estreme condizioni climatiche. Tra i piloti, questo è uno dei territori di caccia preferiti per Valentino, che seppur non vinca da diversi anni, vanta una lunga tradizione di successi e prestazioni eccelse lungo l’asfalto di Sepang.
Valencia: la chiusura del campionato dovrebbe giocare a favore dei padroni di casa, Marquez e Vinales, da sempre molto competitivi sulla pista di Cheste. Viceversa, Rossi e Dovizioso (soprattutto) raramente hanno incantato tra le curve del tortuoso autodromo valenciano, e dunque potrebbero trovarsi a correre in difesa l’atto conclusivo del Mondiale 2017.
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davide.brufani@oasport.it
Foto: Lorenzo Di Cola