Nuoto artistico
Nuoto sincronizzato, Giorgio Minisini: “A scuola mi prendevano in giro, ora è bello essere un modello per gli altri”
Un oro ed un argento. E’ questo il bilancio del nuoto sincronizzato ai Mondiali di Budapest 2017 con Giorgio Minisini punta di diamante della squadra italiana insieme alle sue compagne Manila Flamini nel tecnico e Mariangela Perrupato nel libero. Una rassegna memorabile per tutto il movimento italico che ha creato grande attenzione sul personaggio “Minisini” un pioniere nella disciplina della danza in vasca, soprattutto contro i pregiudizi. Una lotta ed un passione vissuti da Giorgio sin dalla tenera età di 6 anni imitando suo fratello.
“Lui è stato il primo a praticare questa specialità in Italia”, precisa Giorgio intervistato da Il Messaggero – Sia io che lui abbiamo iniziato dopo aver visto Billy May nel 2000“. Lo statunitense è stato infatti colui che ha fatto crollare quel muro che impediva agli uomini di cimentarsi in questa specialità. E Minisini, nel Bel Paese, ha raccolto questa eredità: “Da bambino rimasi colpito da quello che era in grado di fare Bill. E’ vero lui ha molte caratteristiche femminili, soprattutto quando va in pedana. Ma il suo è più uno show. In acqua si è sempre distinto molto dalle ragazze. Ecco io ho sempre voluto fare molto di più, distinguendomi in ogni tipo di esercizio“.
Ripensando al passato ed a tutte le difficoltà di un contesto sociale non così aperto alle novità che egli rappresentava, l’atleta azzurro ammette: “A scuola mi prendevano in giro più di una volte. La maggior parte delle volte era dettato dall’ignoranza, essendomi sentito dire: “Ah, ti metti il costume con le paillettes?”
Ora, però, il 21enne di Roma ha trovato riscatto nella carriera agonistica che ha deciso di intraprendere senza però montarsi la testa: “Resto con i piedi per terra, non ho ancora fatto nulla. Però fa piacere quando qualcuno ti scrive che inizierà a fare questo sport perché sono riuscito a trasmettergli qualcosa“.
Un successo significativo anche dal punto di vista sportivo perché ottenuto davanti all’invincibile Russia: “Noi abbiamo gareggiato prima di loro ed abbiamo fatto 90, un punteggio molto alto. Solo che noi non sapevamo davvero bene cosa fare: se abbracciarci o aspettare per scaramanzia. Nel momento in cui il tabellone ha ufficializzato la nostra vittoria…è successo di tutto. Non ho capito più niente ed ho abbracciato una giornalista giapponese”.
giandomenico.tiseo@oasport.it
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Foto: fonte libera Fina