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Volley, Europei 2017 – Chicco Blengini: “Il mio giocatore di punta è il gruppo. L’Italia vi sorprenderà: non siamo battuti! E su Zaytsev…”

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Il mio giocatore di punta è il gruppo“. Con questa frase rilasciata nel corso di un’intervista al Corriere della Sera, Chicco Blengini carica l’Italia alla vigilia degli Europei 2017 di volley maschile che si disputeranno in Polonia dal 24 agosto al 3 settembre.

Sulle possibilità di medaglia della nostra Nazionale: “Non siamo tra i favoriti ma non ci sentiamo battuti: siamo pronti a giocare contro tutti. Potremmo essere quello che fu la Slovenia del 2015: ovvero, una sorpresa“. L’Italia è “Un progetto con un’idea di massima. Siamo un work in progress: c’è chi è pronto e chi lo è di meno, ma sapevo che ci sarebbe stato da lavorare. Siamo nella prima stagione del nuovo quadriennio olimpico: è il momento in cui si può sperimentare“.

Chicco Blengini torna anche sull’esclusione di Ivan Zaytsev: “L’esclusione di Ivan non è stata una scelta tecnica ma il risultato di una vicenda che si trascinava da troppo tempo. Ho ragionato non come un giudice, ma come un dirigente d’azienda. Penso prima di tutto al gruppo: Ivan non si stava allenando. Sul possibile rientro nel 2018? Non parlo di un futuro ancora troppo lontano, non ha senso. Prima di annunciare la mia scelta gli ho parlato: spero che il caso si risolva, ma non tocca a me sbrogliare la matassa“.

Sul futuro dell’Italia: “Il ricambio c’è: nella squadra per gli Europei ci sono cinque esordienti ma va inserito e coordinato rispetto al resto. Ed è evidente che qualcuno più di altri ha le “stellette”: Giannelli, Lanza, Colaci, o Vettori che ha un’occasione non da poco. Vado avanti consapevole dei limiti, ma allo stesso tempo senza affannarmi. La storia delle Nazionali è particolare: in quella del calcio Totti e Del Piero erano misurati su Mazzola e Rivera. I tifosi si aspettano sempre tanto da noi? Abbiamo principalmente un dovete, rispetto a loro: fare sì che l’impegno sia riconosciuto. Un buon risultato dipende sì anche da episodi di fortuna, ma prima di tutto dal modo di stare in campo“.




 

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