Ciclismo

Vuelta a España 2017: Fabio Aru, serve una vittoria che manca dal 2015. In salita può far male a chiunque

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Ha dovuto scombinare i piani della propria stagione ma siamo sicuri che Fabio Aru saprà farsi trovare pronto quando sabato scatterà il via della Vuelta a España 2017, a Nimes, in Francia. Prima la tracheo-bronchite che lo ha fermato alla Tirreno-Adriatico, poi l’infortunio al ginocchio che lo ha costretto a rinunciare al Giro d’Italia, in partenza dalla “sua” Sardegna. Un grande incidente di percorso che, però, non ha fermato Aru, subito corso ai ripari, disputando il Tour de France e rendendo, dunque, insolito il cammino di avvicinamento alla corsa spagnola. Per la prima volta, infatti, l’azzurro si trova a disputare sia Tour che Vuelta e, come detto, la decisione non era stata pianificata ad inizio anno.

Proprio questo rende un’incognita la corsa di Fabio Aru. Il cambio di programma lo ha portato a fare un doppio lavoro in altura prima della Grande Boucle, optando, quindi, per un semplice richiamo di preparazione in “casa”, a Lugano. Pagherà alla lunga, oppure un lavoro più tranquillo è proprio quello che gli serviva? Solo la strada ce lo dirà, la stessa che in Francia ci ha consegnato un Aru combattivo, capace di staccare i migliori, Froome compreso, e di vestire la Maglia Gialla. Poi, però, è arrivato un improvviso calo nella terza settimana, quando probabilmente il carico di lavoro in preparazione si è fatto sentire. Anche la squadra non lo ha certo aiutato (altro fattore da valutare per capire se Aru potrà essere competitivo per la classifica generale), lasciandolo da solo anche in tappe insidiose ma non certo probanti, cosa che è costata al Cavaliere dei Quattro Mori non solo il simbolo del primato ma anche una spesa supplementare di energie sia fisiche che mentali.

 




 

Quello che però il Tour di Fabio Aru ci ha detto è che il sardo, se sta bene, in salita può far male a chiunque. Lo sanno bene i vari Bardet, Barguil, Contador, tutti presenti alla Grande Boucle. Lo sa bene soprattutto Chris Froome: se il britannico ha dalla sua la cronometro di Logroño in salita dovrà difendersi dagli attacchi dei suoi avversari, Aru su tutti. Tra tante incognite in vista della Vuelta, una certezza: il carattere di questo ragazzo, lo stesso che gli ha consentito, nel 2015, di raccogliere in corsa il testimone di Vincenzo Nibali e fare il salto di qualità vincendo il suo primo Grande Giro. È finora l’unica grande vittoria della sua carriera: l’anno scorso ha pagato lo scotto del debutto al Tour, quest’anno, invece, la sfortuna, aggiuntasi alla pressione della riconferma. Una sfida in più che Fabio Aru ha raccolto ed accettato con la sua solita grinta: da sabato ne sapremo di più.

alessandro.tarallo@oasport.it

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Foto: pagina Facebook Fan Club Fabio Aru

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