Ciclismo
Vuelta a España 2017: i messaggi di Vincenzo Nibali, qualche lieve crepa per Chris Froome?
Scorrendo la classifica generale dopo la decima tappa della Vuelta a España 2017, si potrebbe pensare alla classica montagna che ha partorito il topolino. A parte la rasoiata conclusiva dell’irlandese Nicolas Roche, poco curato (per non dire snobbato) dai big, i distacchi sono rimasti pressoché invariati. Eppure la sensazione è che la corsa sia più aperta che mai, anche per il primo posto…
Diciamolo chiaramente: la vera Vuelta inizierà domani. Sin qui abbiamo vissuto tappe dai percorsi mossi, ondulati, con salite brevi e durissime. Frazioni da classiche, più che da grandi corse a tappe. Da domani a domenica, tuttavia, la musica cambierà. Arrivano le ascese lunghe e con pendenze importanti: si comincia domani con due GPM di prima categoria, l’Alto de Velefique (13,2 km all’8,6% di pendenza media), seguito poi dall’Observatorio Astronomico de Calar Alto (15,5 km al 5,9%, ma i primi 5 km sono al 10%); sabato, poi, l’arrivo in salita a Sierra de la Pandera, ascesa irregolare di 12 km al 7,3%, ma con diversi tratti tra l’11 ed il 13%; domenica, infine, la strada sarà all’insù addirittura per 28 km prima di raggiungere la cima di Sierra Nevada, nota località sciistica dove i corridori affronteranno anche rampe del 16,5%!
Insomma, tanta carne al fuoco prima della cronometro di martedì 5 settembre, completamente piatta. Chris Froome resta l’ovvio favorito per la vittoria finale, ma guai a darla per scontata. Oggi si è percepita una piccola crepa nella condizione del britannico, seppur lievissima. Quando Vincenzo Nibali ha attaccato nel tratto finale dell’ultima salita di giornata, il britannico ha visibilmente faticato, perdendo qualche metro e rientrando solo grazie all’apporto di un sontuoso Gianni Moscon. Certo, è presto per dire se sia il principio di un calo di condizione, anche se in questo senso molto diranno i tapponi di montagna di cui si è parlato in precedenza. Finora Froome ha dominato su strappi brevi e secchi, farà lo stesso anche sulle grandi vette o potrebbe iniziare a pagare le fatiche del Tour de France?
L’altra risposta maturata dopo la tappa odierna riguarda Vincenzo Nibali. Lo Squalo ha voluto mandare un messaggio forte e chiaro: non si arrenderà fino a Madrid, provando anche l’impossibile per provare a conquistare il successo finale. Finora il 32enne siciliano ha pagato quasi sempre dazio in salita, tuttavia la musica sta cambiando. Oggi ha messo la Bahrain Merida a tirare, poi ha attaccato in discesa. Tentativi senza effetto, oggi oggettivamente non si poteva fare di più. Quella di domani sarà la prima, vera tappa di questa Vuelta adatta a Nibali. La condizione è buona, cresce giorno dopo giorno, così come la brillantezza. Da domani c’è il terreno per provare a ribaltare tutto.
federico.militello@oasport.it
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