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Basket, Europei 2017: l’Ucraina ai raggi X. Tanta fisicità ma poca tecnica: test ideale per un’Italia in cerca di conferme
Gli Europei di basket sono cominciati come meglio non potevamo immaginare per l’Italia. Dopo tutti i dubbi sollevati dalle ultime uscite della preparazione, gli azzurri hanno sfoderato una gran bella prestazione nel debutto contro Israele, mostrando aggressività e concentrazione in difesa e lucidità e pazienza in attacco. Soprattutto, l’Italia ha dimostrato di saper giocare da squadra, cosa emersa probabilmente solo in una delle undici amichevoli estive. Tanti aspetti positivi ma ancora piccoli errori da correggere. Il viaggio è ancora lungo ed è già tempo di pensare al prossimo impegno.
Il secondo avversario degli azzurri sarà l’Ucraina. Sulla carta, si tratta dell’avversaria più debole del raggruppamento. Attenzione, però, perché questi Europei, dopo una sola giornata di partite, hanno già dimostrato che tutto può succedere. Innanzitutto, gli ucraini si sono presentati a Tel Aviv con tante assenze ed un roster più che rimaneggiato. I centri Viacheslav Kravtsov e Artem Pustovyi sono i giocatori di spicco: entrambi hanno giocato in Spagna quest’anno, il primo con Valencia (con cui ha vinto il titolo), l’altro con Obradoiro. Sono le armi principali di questa squadra, che fa della fisicità il suo punto forte. Sia Kravtsov che Pustovyi, infatti, vanno oltre i 210 centimetri e rappresenteranno un bel banco di prova per la difesa azzurra, che ha ben impressionato nella prima partita ma che storicamente tende a soffrire in area contro lunghi così prestanti fisicamente.
Dal punto di vista tecnico, invece, l’Ucraina non rappresenta un grosso pericolo. Nel debutto contro la Germania gli esterni hanno in messo in campo sicuramente volontà ed impegno, provando a spingere appena possibile in contropiede e tenendo il ritmo alto, ma hanno palesato parecchi limiti tecnici, specie nelle scelte offensive. In difesa, poi, l’Ucraina ha difeso molto bene il lato forte ma in maniera pessima il lato debole: ai tedeschi è spesso bastato un semplice ribaltamento per creare e sfruttare un vantaggio netto. Una prova ideale, quindi, per l’Italia, che contro Israele è stata perfetta nel leggere la difesa avversaria ed attaccarne di volta in volta debolezze ed errori. Un test importante anche e soprattutto dal punto di vista psicologico per la squadra di Ettore Messina, a caccia di conferme per affrontare al meglio l’impegno più duro del girone, ovvero il match di domenica contro la Lituania.
alessandro.tarallo@oasport.it
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Foto: FIBA