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Basket, Europei 2017: missione compiuta per Goran Dragic e compagni. La Slovenia è campione d’Europa! Battuta la Serbia in finale

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Missione compiuta. Così potremmo definire l’esito della finale degli Europei 2017. La Slovenia è sul tetto d’Europa per la prima volta nella sua storia. Una squadra che ha giocato una competizione fantastica, vincendo tutte le partite e che nella fase finale è sembrata volare sulle ali del destino. Un destino che stasera si stava prendendo gioco dei ragazzi di Kokoshkov, più forti di tutto, anche dell’infortunio di Luka Doncic. A guidare la Slovenia è stato ovviamente Goran Dragic, autore di una prova da onnipotenza cestistica, con 35 punti realizzati, riuscendo finalmente a guidare il suo Paese al tanto atteso trionfo. La Serbia si è dovuta arrendere, non senza lottare, nonostante 22 di Bogdan Bogdanovic e 18 di Milan Macvan.

Il primo quarto è di grandissimo equilibrio. Le due squadre non avvertono minimamente la pressione e l’importanza del palcoscenico, affrontandosi a viso aperto sin dall’avvio. L’intento della Slovenia è chiaro, ossia aumentare il ritmo appena possibile, come in semifinale, affidandosi alla transizione, ed in avvio trova cinque punti da Muric, ributtato in quintetto dopo aver giocato poco tre giorni fa (5-2). In difesa, invece, gli sloveni provano a raddoppiare Bogdanovic ma il serbo è oramai abituato, distribuendo tre assist deliziosi per i compagni. Non solo, il giocatore dei Kings si incarica anche di rispondere alla prima fiammata del duo Doncic-Dragic, firmando sei punti consecutivi (13-18). La Slovenia soffre, come prevedibile, l’ingresso di Marjanovic, che subito costringe a due falli Dimec, ma rimane in scia alla fine del primo quarto (20-22).

Slovenia che trova il vantaggio ad inizio secondo quarto con i tre liberi di Randolph e la rubata trasformata in due punti da Dragic (25-22). La partita, a questo punto, comincia a mettersi sui binari voluti dagli sloveni, che tengono il ritmo alto e costringono Djordjevic a giocarsi il quintetto piccolo, non riuscendo a sfruttare la maggiore fisicità dei suoi lunghi. Nemmeno il terzo fallo di Dimec spegne l’impeto della Slovenia. Ci pensa Doncic a scuotere partita e ambiente: rimbalzo difensivo, corsa in contropiede, slalom in area e schiacciata ad una mano con urlo incorporato. La Serbia sbanda per qualche minuto, Dragic sente il sangue e affonda il colpo. ‘In the zone’ dicono gli americani, ‘onnipotenza cestistica’ potremmo tradurlo. Goran fa quello che vuole: penetrazione, tiri liberi, due triple pazzesche da nove metri e stepback, chiudendo il primo tempo con 26 punti, 20 dei quali nel solo secondo quarto, accompagnato dai cori ‘MVP’ del pubblico sloveno. Un’onda d’urto che rischia di investire e travolgere la Serbia, che riesce però ad issarsi in singola cifra di vantaggio a fine primo tempo (56-47).

L’intervallo non raffredda affatto Dragic, che riprende da dove aveva lasciato, segnando una tripla al primo possesso. La Serbia sembra alle corde e non riesce nemmeno a sfruttare qualche palla persa di troppo della Slovenia. Dragic riporta la Slovenia in doppia cifra di vantaggio (63-53). Il destino sembra già scritto ma la sorte, si sa, sa voltarti le spalle in qualsiasi momento: Doncic va a rimbalzo difensivo ma cade male, con la caviglia che si gira malamente, venendo poi accompagnato fuori tra urla di dolore e senza più poter fare ritorno in campo. Un colpo al morale della Slovenia, che vive minuti di difficoltà, con Kokoshkov che tiene Dragic in panchina. La Serbia, con il cinismo tipico delle grandi squadre, ne approfitta prontamente, portandosi a soli due punti di svantaggio (63-61). Durante il timeout è Dragic a parlare e scuotere i compagni: ci vuole il suo ritorno in campo per tenere la Serbia a bada. La squadra di Djordjevic, però, è ben in partita e chiude il terzo periodo in scia, sotto 71-67.

La Slovenia inizia il quarto periodo con Dragic in panchina per rifiatare. Serve che qualcuno salga al proscenio e ci prova Blazic, tenendo i suoi avanti (77-70). La Serbia, però, ha un carattere micidiale e con le giocate di Bogdanovic rimane a contatto. Stavolta non basta nemmeno il ritorno di Dragic, che spara tre airball consecutivi: Lucic firma il -1, Macvan il sorpasso (77-78). La stella slovena è in chiara difficoltà fisica e viene addirittura richiamata in panchina. La partita sembra girare definitivamente: la Slovenia è priva delle sue stelle e fa ricorso a tutto il suo orgoglio. O alla forza del destino. Prima Prepelic realizza cinque punti, poi Randolph porta a casa un gioco da tre punti, infine Vidmar stoppa Bogdanovic. Gli sloveni sembrano in piena trans agonistica e scavano il solco ad un minuto dalla fine (88-82). Quanto basta per vincere la partita. Il finale è 93-85: la Slovenia è in trionfo!

Una vittoria cercata e voluta, contro la malasorte che ha privato la Slovenia delle sue due stelle nel momento in cui più contava. A quel punto, però, gli sloveni hanno trovato energie invisibili, capovolgendo un destino che sembrava avergli voltato le spalle all’improvviso, per l’ennesima volta. È il trionfo di una Nazione intera – tralasciando i precedenti politici dei due Paesi – di un popolo. Di una squadra che finalmente arriva al suo compimento, dopo aver prodotto tanti talenti per anni. Il destino, che ha accompagnato la Slovenia per tutto l’Europeo, alla fine si è compiuto.

 




 

alessandro.tarallo@oasport.it

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Photo Credit FIBA Basketball

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