Ciclismo
Chris Froome riscrive la storia! Vince Tour de France e Vuelta a España, prima doppietta dai tempi di Marco Pantani
Chris Froome ha fatto un passo nella leggenda del ciclismo, ritagliandosi uno spazio importante nella storia dei pedali grazie ai suoi successi in serie. Il campione britannico è sempre al centro dell’attenzione, spesso è criticato per essere un freddo calcolatore, perché non si lancia in azioni epocali, perché non scalda il cuore degli appassionati quasi sembrando un robot ma il palmares parla per lui e certifica la sua superiorità nell’ultimo lustro abbondante.
Da anni il kenyano bianco è ai vertici, si comporta da dominatore e lascia soltanto le briciole agli avversari. Quanto realizzato negli ultimi due mesi rimarrà per decenni nei libri del ciclismo: vincere Tour de France e Vuelta di Spagna nello stesso anno, come soltanto miti del calibro di Anquetil e Hinault sono riusciti a fare nel passato, avvalora ulteriormente la classe inequivocabile del capitano del Team Sky. Sulle strade transalpine si è difeso in salita piazzando la stoccata a cronometro e pagando dazio soltanto da Fabio Aru quando la strada guardava verso il cielo (almeno nelle prime frazioni in montagna), in territorio iberico ha faticato a piazzare lo strappo decisivo e Vincenzo Nibali gli ha dato del filo da torcere pur senza impensierirlo concretamente per il successo finale.
Chris Froome ha così realizzato una sontuosa doppietta nei Grandi Giri: era dal 1998, quando Marco Pantani si impose al Giro d’Italia e alla Grand Boucle, che nessuno vinceva due prove sulle tre settimane nella stessa annata. Un altro record che amplifica ulteriormente il risultato ottenuto oggi dal 32enne di Nairobi, che lo consacra all’immortalità della sua disciplina e che lo ergerà a riferimento per i campioni del futuro: ha la squadra più forte e questo lo ha sicuramente aiutato ma in ogni frangente ci mette comunque lo zampino per respingere gli avversari, mai davvero così solidi per attaccare concretamente il più forte.
Domani la passerella di Madrid consegnerà ufficialmente la Vuelta a España a Chris Froome, la prima della sua carriera dopo aver vinto quattro Tour de France (dal 2013 ha sempre trionfato tranne nel 2014 quando dovette ritirarsi alla quinta tappa e Vincenzo Nibali si involò verso la gloria). Il britannico rientra così nel ristretto club dei ciclisti capaci di vincere due grandi corse a tappe e ormai non è un mistero che vuole conquistare la Tripla Corona: quando lo vedremo al Giro d’Italia?
(Foto: © Unipublic/Juanjo Úbeda)
ale sandro
10 Settembre 2017 at 10:21
Premetto che vincere un Grande Giro in qualsiasi epoca sia un cosa di grande valore e difficoltà.
Però trovo che la doppietta Tour – Vuelta sia più fattibile oggi, con partenza attuale nella seconda metà di Agosto, sia rispetto a quando partiva a fine Agosto-Settembre, fino al 2010, che soprattutto rispetto a quando partiva ad Aprile, e cioè fino al cambiamento del calendario avvenuto con il 1995.
Fino a quell’anno infatti si doveva parlare di eventuale doppietta Vuelta-Tour.
Oggi tra Tour e Vuelta c’è più o meno la stessa distanza temporale che c’era fino ad alcuni anni fa tra Giro e Tour. Per questo diversi ciclisti preferivano andare al Giro piuttosto che alla Vuelta, anche dovendo poi fare il Tour. Oggi sembra più “comodo” fare il contrario, anche considerando un eventuale mondiale vicino alla fine della Vuelta stessa.
Non era certamente più semplice vincere quindi Vuelta ad Aprile (e poi ripetersi al Tour), primo grande giro stagionale con tutti gli spagnoli che lo mettevano tra gli obbiettivi d’annata (un po’ come tutti gli italiani facevano con il Giro d’Italia), con clima decisamente diverso da quello estivo, e in un epoca dove i campioni e non , correvano ovunque per competere a livello alto.
E non parlo di test tipo Tour Down Under, Giri in luoghi esotici, Delfinati e simili. Correvano proprio le classiche , i grandi giri (quasi sempre due) e pure il mondiale. Un altro ciclismo.
Se poi pensiamo all’impresa di uno come Hinault, che a 23 anni non aveva ancora corso un grande giro e vinse Vuelta e Tour al primo colpo, per poi diventare uno dei dominatori di quel decennio nei grandi giri e non solo, ci si rende conto che sono periodi e ciclisti completamente differenti per poter essere paragonati ad oggi.
Il Giro rispetto alla Vuelta, ma anche ad ogni altra gara, è sempre stato una corsa a parte.
Difficoltà nel percorso, con gli Appennini che valgono a mio parere gli altopiani spagnoli e il massiccio centrale francese messi insieme. E poi Alpi e Dolomiti che continuo a ritenere più duri rispetto ai Pirenei. Varietà di climi e di situazioni, anche dovute alle varietà nei percorsi.
E soprattutto un prestigio maggiore. Quindi anche per me la doppietta Giro – Tour avrà una valenza maggiore, perchè nella storia del ciclismo è stata proprio volutamente cercata dai corridori più forti.
Ora il ciclismo dal 2000 in poi è stato decisamente cambiato a mio parere, e non necessariamente in meglio.
E’ una cosa diversa. Obbiettivi unici con preparazioni quasi “con data di scadenza”.
Continuo però a pensare che per un corridore come Froome, anche una semplice vittoria in un Giro completo , disegnato possibilmente meglio rispetto a quello di quest’anno, possa valere tantissimo per il suo palmares. Molto di più di quello che ha pensato lui stesso finora.
Luca46
10 Settembre 2017 at 00:10
E’ stata una grande Vuelta e vanno fatti i complimenti a Froome che è stato davvero bravo. Le insidie non sono mancate.
Avete ricordato la doppietta di Marco Pantani che io personalmente reputo di un altro spessore rispetto a questa di Froome. Penso che vincere Giro e Tour sia più difficile che vincere Tour e Vuelta. Innanzitutto perchè psicologicamente la Vuelta viene dopo il Tour e quindi parteciparvi dopo che si è portato a casa l’obbiettivo principale aiuta non poco. In secondo luogo per ragioni metereologiche. Le condizioni climatiche che si trovano a Tour e Vuelta sono similari. In varie occasioni al Giro d’Italia si possono trovare condizioni rigide. Sicuramente la doppietta Tour-Vuelta degli ultimi anni ha molto più valore rispetto a 15 anni fa o ai tempi di Hinault.
ale sandro
9 Settembre 2017 at 19:53
Due grandi giri nella stessa annata li aveva vinti Contador nel 2008, Giro e Vuelta. Certamente questi di Froome sono consecutivi come quelli di Pantani nel ’98.
Comunque personalmente mi sono divertito, è stato un giro ben disegnato con protagonisti in ottime condizioni e voglia di darsi un po’ di battaglia. Un applauso a tutti e tre i protagonisti (Contador in particolare vicino al commiato), a Trentin e Villella che porta a casa una maglia, e a Moscon che ha mostrato grandi cose che fanno ben sperare per il presente e immediato futuro del nostro ciclismo.