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Ciclismo, l’Uci smentisce tutti: “I nostri controlli sui motorini sono efficaci”

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Dopo il polverone sollevato per l’ennesima volta negli ultimi giorni da Corriere della Sera, France 2 e Ard riguardo i controlli sui motorini potenzialmente presenti nelle biciclette degli atleti professionisti, non si è fatta attendere la risposta dell’Unione Ciclistica Internazionale, che ha ovviamente difeso il suo operato, come riportato dalla Gazzetta dello Sport: “Le persone che hanno utilizzato gli scanner per il reportage di Stade 2 non avevano la preparazione necessaria per adoperarli nel modo corretto. Li abbiamo invitati per mostrargli l’uso corretto dell’apparecchiatura”. Nel reportage, infatti, sembrava che i tablet avessero un margine di errore troppo ampio, sul campo, per rappresentare un metodo sufficiente per smascherare eventuali truffeInoltre, l’Uci ha sottolineato che il metodo consiste nella “scansione attraverso una resistenza magnetica che ha dato prova di grande efficacia sia nei test preliminari che poi sul campo. Il sistema è stato verificato in maniera indipendente da Microbac, un laboratorio di test americano che ha stabilito come ‘lo scanner UCI abbia scovato i motori nascosti nel 100% dei controlli fatti da personale specializzato‘ “. Attualmente l’Uci sta sperimentando nuovi metodi per combattere il problema del doping tecnologico, e allo stesso tempo afferma che “la telecamera termica non permette di smascherare motori in funzione o appena utilizzati. Mentre l’uso dei raggi X necessita di un grande spazio per la sicurezza del pubblico e deve fare i conti con legislazioni diverse da Paese a Paese“.

 




Twitter: @Santo_Gianluca

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