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Ciclismo, Mondiali 2017: il salto di qualità di Elia Viviani. In volata può battere chiunque

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Rio 2016: poco più di un anno fa Elia Viviani con una due giorni di gare straordinaria riesce a riportare l’Italia sul tetto olimpico del ciclismo su pista aggiudicandosi la medaglia d’oro nell’ominium. Da lì, ovviamente, la decisione di dare una svolta alla carriera: dopo aver toccato il picco massimo è arrivato il momento di puntare tutto sul ciclismo su strada. Un inizio di stagione difficoltoso, poi il salto di qualità definitivo.

Un’infinità di piazzamenti (come ci aveva abituato nelle passate stagioni) e nessuna vittoria fino ad aprile per il velocista del Team Sky. Poi il successo al Giro di Romandia ha dato la svolta, anche se il morale è sceso tra maggio e giugno, viste le mancate convocazioni a Giro d’Italia e Tour de France. Da lì l’accordo con Davide Cassani di correre l’Europeo di Herning da capitano della nazionale: preparazione al top e seconda piazza che brucia ancora. Lo stato di forma però è cresciuto addirittura con il passare delle settimane: dal 20 agosto ad inizio settembre sono arrivati cinque successi (da sottolineare quelli nelle classiche di Amburgo e Plouay). Una condizione spaziale allo sprint: l’oro di Rio è apparso a momenti ingiocabile in volata.

Ora come ora difficile porre limiti a Viviani, che sembra poter essere capace di battere chiunque negli ultimi 200 metri. Ancora ovviamente non è arrivato il confronto diretto con Marcel Kittel, André Greipel e Peter Sagan, ma lo spunto dell’azzurro è giunto ai livelli dei migliori al mondo. Non poteva lasciarlo a casa Cassani in vista dei Mondiali di Bergen: percorso forse troppo duro, ma in caso di corsa più semplice del previsto che potrebbe risolversi in uno sprint compatto sarà sicuramente una chance in più per la nazionale azzurra.

Foto: Pier Colombo

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