Ciclismo
Ciclismo, Vincenzo Nibali: “Ho più riconoscimenti all’estero che in Italia. Continuo a correre perchè mi diverto”
Ci sarà anche Vincenzo Nibali nel Giro dell’Emilia. Un’edizione con tanti corridori di livello, arricchita dallo “Squalo” reduce dal secondo posto della Vuelta, dietro al britannico Chris Froome, ed anche costretto a saltare il Mondiale per via di quella caduta sfortunata prima dell’erta dell’Angliru. Una microfrattura al costato per il siciliano, obbligato ad assistere da spettatore alla rassegna iridata e rientrato nel Giro di Toscana mettendo in mostra una buona condizione. L’obiettivo di Vincenzo è chiaro: chiudere al meglio quest’ultima parte di stagione.
“Io non mi lamento. Anche se mi sento dire che ho quasi più riconoscimenti all’estero che in Italia – sottolinea il campione del pedale azzurro intervistato dal Corriere dello Sport – Se vinco ho avuto fortuna, se arrivo secondo “eh, ma perchè Nibali non ha vinto”, se arrivo terzo al Giro” eh Nibali ormai è questo”. Si, magari c’è un po’ di invidia, gelosia forse. Agli stranieri si fanno i monumenti invece”.
Nibali poi si sofferma su sulla sua esperienza con la Bahrain Merida Pro Cycling iniziata quest’anno e sui prossimi obiettivi di stagione: “Abbiamo cominciato vincendo, poi abbiamo avuto un po’ di infortuni. Ma all’inizio non è mai semplice, ci sono sempre un po’ di dettagli da mettere a posto. Però poi siamo tutti corridori molto preparati e abbiamo preso il ritmo giusto. Lo definirei un anno molto buono. E non è finita. Vorrei terminare bene la stagione. Questo Giro dell’Emilia è molto duro ma è una corsa che mi piace: la salita verso San Luca è terribile. Ma il rientro è stato buono, in Toscana mi sono sentito bene“.
Relativamente alle preferenze sulle grandi classiche, Nibali non ha dubbi: “Una è il Lombardia, ma quando si arriva a Como, come quando l’ho vinta, e come quest’anno. L’altra è la Liegi-Bastogne-Liegi, è stata un colpo di fulmine per me. Nel 2018, voglio vedere i percorsi dei grandi giri prima di decidere“.
“Penso anche al Mondiale di Innsbruck – aggiunge il siciliano. Da quando si è saputo che il percorso è molto duro è un appuntamento di mio interesse però non voglio che diventi un’ossessione come è stata l’Olimpiade. Perchè l’ossessione di porta a sbagliare.
In merito alla Vuelta ed all’incidenza del suo infortunio, l’atleta italiano ha ammesso: “Sono onesto: era davvero molto difficile staccare Froome. Se tutto andava liscio potevamo arrivare tutti insieme”. E poi sulla voglia di continuare a correre: “Mi diverto ancora a correre in bici ed è questa la mia prima vera motivazione“.
giandomenico.tiseo@oasport.it
Clicca qui per mettere “Mi piace” alla nostra pagina Facebook
Clicca qui per iscriverti al nostro gruppo
Clicca qui per seguirci su Twitter
Foto: Valerio Origo