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F1, GP Malesia 2017: Ferrari, credici! Il Mondiale si può ancora vincere. Ora rischiare tutto senza niente da perdere

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E’ trascorsa più di una settimana ma il crash al via del GP di Singapore, 14° round del Mondiale 2017 di F1, fa ancora male in casa Ferrari. Quella corsa, ideata e concepita come quella del trionfo, ha assunto i connotati invece del film celebre di Dario Argento “Profondo Rosso”. Un colpo durissimo alle aspettative di Sebastian Vettel, ora distante 28 punti dalla vetta occupata da Lewis Hamilton, e del Cavallino Rampante a più di 100 lunghezze di distanza dalle Frecce d’Argento nella graduatoria dei costruttori.

A 6 gare dal termine la logica porterebbe a pensare che anche quest’anno il titolo iridato sarà di altri. Tuttavia, prossima ad affrontare il GP della Malesia, la scuderia di Maranello ha il dovere di provarci e lottare fino in fondo onorando quanto detto da Maurizio Arrivabene dopo la corsa sfortunata di Marina Bay: “Ora è più difficile ma noi ci batteremo fino all’ultima curva”. Queste le parole usate dal Team Principal a cui poi nei giorni successivi si è anche associato Kimi Raikkonen: “I media suppongono che faremo fatica a Sepang, ma noi non la pensiamo così. Noi andiamo ad affrontare un’altra gara, un altro weekend. Siamo ancora pienamente in lotta e faremo del nostro meglio”.

E allora non resta che trasferire in pista questa determinazione. In teoria, questo dovrebbe essere un tracciato Mercedes con lunghi rettilinei e curvoni veloci adatti al passo lungo della W08 Hybrid. Tuttavia, la Ferrari ha un bel ricordo del circuito malese: il trionfo di Vettel, il primo sotto l’insegna del Cavallino, due stagioni fa. E’ vero, parliamo di un periodo dell’anno diverso in quanto quella vittoria fu ottenuta quando il GP era all’inizio dell’annata ma le temperature e la caratteristiche dell’asfalto sono più o meno le stesse.

I tecnici della Rossa, in questo senso, stanno pensando se montare o meno la quarta unità (power unit) in vista del round asiatico. Si sta valutando se fruttare ancora qualche settimana di lavoro e portare il nuovo propulsore ad Austin o più semplicemente sfruttare il motore n.3 fino al termine del suo chilometraggio, visto che a Singapore le due SF70H si sono fermate dopo pochi metri, non essendoci grandi differenze (in termini prestazionali) con l’evoluzione n.4. Quasi certamente vedremo un nuovo pacchetto aerodinamico: secondo alcune indiscrezioni, ci potrebbero essere delle migliorie al retrotreno per massimizzare la velocità della monoposto.

Dunque, Sebastian e soci non vogliono di certo alzare bandiera bianca e solo la pista potrà esprimere un giudizio veritiero sulle possibilità dei ferraristi.

 


giandomenico.tiseo@oasport.it

Twitter: @Giandomatrix

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