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F1, Mondiale 2017: Lewis Hamilton approfitta del ko di Vettel a Singapore e scappa in classifica. I discorsi per il titolo sono già chiusi?

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Nel Mondiale di Formula Uno c’è una grande sensazione dopo la gara di ieri, ovvero che il GP di Singapore sia stato lo snodo decisivo di questo campionato 2017. L’incidente che ha estromesso dalla gara Sebastian Vettel in curva 1 rischia di averlo fatto fuori, forse definitivamente, anche dalla rincorsa al titolo. Sono ormai 28, infatti, i punti di distacco nei confronti di un Lewis Hamilton che, in questo momento, oltre ad avere una ottima vettura, ha dalla sua anche gli episodi. Due fattori determinanti quanto la stagione arriva nella sua fase più calda.

L’inglese, con la vittoria a Marina Bay, completa un trittico notevole dopo Spa e Monza, dimostrando che il ritorno dalle vacanze lo ha riproposto nelle migliori condizioni, dopo il mezzo passo falso di Budapest con il quale aveva chiuso la prima parte di annata. L’aspetto più importante del suo fine settimana di Singapore è che, invece di una gara in difesa, con Vettel che gli poteva tornare davanti in graduatoria, Hamilton è stato in grado di fare bottino pieno e conquistare, lui, punti doppiamente pesanti. Un weekend che, probabilmente, non aveva composto nemmeno nei suoi sogni più rosei. Un vero e proprio gol in trasferta, in gergo calcistico.

Dall’altro canto troviamo un Vettel con il morale diametralmente opposto. Il ferrarista sapeva di poter contare sull’appuntamento di Marina Bay per forzare in classifica, invece si ritrova con il morale sotto i tacchi e, incredibile a dirsi, più vicino a Valtteri Bottas (23 punti) che lo insegue al terzo posto, rispetto al leader della classifica (28 punti). La botta di Singapore rischia di diventare una vera mazzata per il prosieguo del campionato. E si capisce perfettamente il perché.

La Ferrari, ora, dovrà rialzarsi immediatamente e non permettersi più il minimo errore. La Mercedes, invece, potrà iniziare a gestire un largo vantaggio (nella classifica costruttori il gap ha valicato la tripla cifra) senza portare al massimo del regime i propri motori e permettendo, quindi, a Hamilton di non correre rischi di affidabilità (che non gli capitano da un anno esatto, proprio a Sepang, in Malesia, nel prossimo GP in calendario).

La faccia, e le parole, di Vettel nell’immediato post-gara di Marina Bay esprimono enorme frustrazione per uno “zero” quanto mai inatteso e bruciante, senza contare che il quattro volte campione del mondo è assolutamente conscio del fatto che, ormai, il suo Mondiale è in salita, e decisamente irta. Rimangono da disputare sei Gran Premi e piste non propriamente ideali per la “Rossa” per cui il tedesco dovrà compiere una vera impresa per mantenere vive le sue chance di titolo fino alla conclusione.

La scuderia di Maranello, a questo punto, dovrà spingere. Sia sulla vettura, che sulla Power Unit che, anche, in sede istituzionale. La SF70H, d’ora in avanti, non si potrà più permettere di partecipare, ma dovrà effettuare un salto di qualità per permettere ai due piloti di centrare vittorie e, perchè no, doppiette. Il motore, ormai che non c’è più nulla da perdere, dovrà essere portato ai limiti della sua potenza. Senza dimenticare la Federazione. Al netto della decisione dei giudici sullo scontro in curva 1, considerato “incidente di gara”, la Ferrari deve assolutamente tutelare i suoi piloti, troppo spesso vittime incolpevoli di scontri al via che non vengono considerati con la stessa severità di quando accadono a parti invertite. Una grande squadra deve essere tale anche nelle sedi istituzionali. Lo meritano Vettel ed i tifosi. 

 

 




 

alessandro.passanti@oasport.it

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