Football Americano

Football americano, NFL 2017/2018: la favola di Giorgio Tavecchio. Da disoccupato a titolare nel giro di due giorni

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Lo sport americano è pieno di belle storie da raccontare, storie di sportivi che con impegno e perseveranza trovano la loro ribalta nello sport o comunque coronano il proprio sogno con il lieto fine. Se questa storia riguarda un giocatore italiano, poi, il suo racconto non può che inorgoglirci. Stiamo parlando di Giorgio Tavecchio, che domenica è stato il primo italiano a debuttare in NFL, con la maglia degli Oakland Raiders. E che debutto! 14 punti segnati con 4/4 nei field goal e due trasformazioni realizzate. Di più non poteva chiedere al destino, quel destino che tra tante difficoltà, ed unito al suo impegno ed alla sua perseveranza, lo ha portato ora a godersi le meritate luci della ribalta.

LE ORIGINI – Il destino ha cominciato la sua opera molto tempo fa. Il nonno materno emigrò in Italia e sua figlia, lavorando nel nostro Paese per conto del governo americano conobbe il suo futuro marito, restauratore di mobili antichi. Il “motore degli eventi” si era già acceso e dalla loro unione è nato, a Milano, il piccolo Giorgio. Italiano a tutti gli effetti, ma di formazione sportiva americana. Dopo tanti viaggi di andata e ritorno dagli States, infatti, la famiglia Tavecchio si è finalmente stabilita in California, dove Giorgio ha frequentato l’università di Berkeley. Formazione americana sì ma italiano di nascita, ed allora non poteva che giocare con i piedi. Volevano destinarlo al “soccer”, ma il suo intanto era quello di diventare kicker di football. Scelta azzeccatissima: 256 punti segnati in quattro anni e quarto miglior calciatore nella storia di un ateneo dal quale sono usciti fenomeni del calibro di Aaron Rodgers e Marshawn Lynch, quest’ultimo compagno proprio di Tavecchio ai Raiders.

IL CALVARIO – Dopo l’uscita dal college, però, è cominciato il calvario. Quello del kicker è un ruolo delicato, perché richiede carattere, determinazione e tempra, tradotti in affidabilità. Sono poche, infatti, le squadre che tendono ad affidarsi da subito ad un rookie, preferendo atleti più esperti e navigati. Questo Giorgio lo sapeva e lo ha verificato sulla sua pelle. I primi a dargli una chance sono stati i San Francisco 49ers, nell’estate del 2012. Tavecchio si comportò bene ma all’inizio della stagione la scelta ricadde su David Akers, non certo uno a caso. I 49ers, tra l’altro, quell’anno giocarono il Super Bowl. L’anno dopo è stata la volta dei Green Bay Packers, ma anche in questo caso davanti a Giorgio c’era un mostro sacro, Mason Crosby. Altra estate ed altro contratto poi non rinnovato all’inizio della stagione, stavolta ai Detroit Lions. Qui, David Akers, ancora lui, non era ancora stato confermato e Tavecchio si giocò il posto con il rookie Nate Freese. A risultargli fatali furono due errori consecutivi nell’ultima amichevole.

IL DESTINO – Nel suo destino c’era già Oakland. Il nome di Giorgio circolava da tempo nell’ambiente e i Raiders gli offrirono una chance già qualche giorno dopo. Nonostante una buona prestazione nell’ultimo impegno in preseason, la scelta ricadde sul polacco Sebastian Janikowski, benché non fosse al meglio. Il segno ad Oakland doveva averlo lasciato, però, perché i Raiders lo hanno richiamato anche nell’estate del 2015 e poi nel 2016. Il copione è stato sempre lo stesso: kicker di riserva durante l’estate, poi prima dell’inizio della stagione, grazie e tanti saluti. È stato così anche quest’anno. Il 2 settembre è scaduto il contratto di Tavecchio, richiamato però una settimana dopo. Janikowski, che già era in disputa con la società per via del contratto, è infatti infortunato alla schiena. L’8 settembre era “disoccupato”, con l’ennesimo sogno infranto; il 10 settembre Giorgio è diventato il primo italiano titolare in NFL (non il primissimo: Massimo Manca giocò quattro partite con i Cincinnati Bengals nel 1987 ma era la stagione dello sciopero dei titolari e dei “replacement players”).

IL LIETO FINE – Un premio meritato per un ragazzo che ci ha sempre creduto, quando altri potevano mollare, con perseveranza, accrescendo carattere, determinazione e tempra di cui sopra. La scelta alla fine è ricaduta su di lui. E non è stato un “semplice” debutto: 14 punti segnati (primo kicker di Oakland a segnare un field goal dal 2001 che non si chiami Sebastian Janikowski), con due conclusioni da oltre 50 yards, primo debuttante di sempre a riuscirci. Una prestazione sottolineata anche dallo stesso coach, che ha voluto omaggiarlo del pallone di gara. Tavecchio, ragazzo umile (“ho sognato questo momento da sempre e sono onorato di poterlo condividere con voi“, ha detto in spogliatoio ai suoi compagni, ha ora davanti a sé almeno sette partite, dal momento che Janikowski non rientrerà prima nella nona settimana, non in una squadra qualunque, ma gli Oakland Raiders, potenzialmente da Super Bowl. Il motore degli eventi rimane in moto e chissà quale sarà la prossima sorpresa che il destino avrà in serbo per Giorgio Tavecchio.

 




 

alessandro.tarallo@oasport.it

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Foto: pagina Twitter Oakland Raiders

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