Artistica
Ginnastica, Mondiali 2017 – Vanessa Ferrari, Regina infinita. Leonessa pronta a ruggire, a Montreal per volare
Sempre lei, magicamente lei, immensamente lei. Ancora una volta, Vanessa Ferrari. La Leonessa è pronta per l’ottava recita, continua a infrangere record e a riscrivere pagine di storia dopo dieci anni abbondanti di successi, di miracoli sportivi, di gesta oltre l’impossibile e l’immaginabile di cui soltanto lei sarebbe stata capace.
Sull’aereo per Montreal, dove si disputeranno i Mondiali 2017 di ginnastica artistica, ci sarà anche lei, a quasi 27 anni pronta per guidare il quartetto azzurro che in Canada proverà a mettersi in luce. La nostra stella indiscussa, indubbiamente la miglior ginnasta italiana di tutti i tempi (il palmares parla chiaro), calcherà il palcoscenico iridato per l’ottava volta in carriera: dal 2006 a oggi ha saltato soltanto l’edizione del 2009, emblema della sua longevità sportiva, della sua caparbietà, della sua voglia di lottare fino all’ultimo per fare la differenza e dimostrare di essere la numero uno.
Ne siamo sicuri: se Vanessa ha deciso di partecipare ai Mondiali è perché è convinta di poter ottenere un risultato importante anche se ha soltanto una gara nelle gambe (l’ultima tappa di Serie A a Eboli), se viene da un anno difficilissimo in cui ha dovuto recuperare dall’operazione al tendine d’Achille e dalla delusione per il quarto posto al corpo libero delle Olimpiadi di Rio 2016, per l’amarezza di quella medaglia a cinque cerchi che continua a sfuggire. Non si presenterà per fare una passeggiata, non è proprio da lei.
La Ferrari ha deciso di spiccare le ali perché sente che il suo stato di forma sta migliorando, perché ha percepito che la condizione fisica è in crescita e che dunque può ancora dire la sua nel contesto più competitivo. Ad Aarhus 2006 riscrisse la storia della nostra artistica laureandosi Campionessa del Mondo nel concorso generale, portando il tricolore sul gradino più alto del podio per la prima volta tra le donne. Poi nel mezzo anche tre Olimpiadi (Pechino 2008, Londra 2012 e quel pari merito con Aliya Mustafina che le tolse il bronzo, Rio 2016 e una nuova medaglia di legno), altre quattro medaglie iridate (l’argento al corpo libero ad Anversa 2013, alle spalle di Simone Biles, è l’ultima della nostra storia), mille emozioni, esercizi palpitanti e davvero unici, a ogni sua esibizione.
Inutile ribadire quanto sia monumentale e unica, quanto sia una sportiva dal cuore infinito, un esempio per ogni generazione, un pilastro insostituibile, un’atleta che anche su mezza gamba riesce sempre a regalare delle perle rare. Vanessa Ferrari si è rimessa in pista, punta alle Olimpiadi di Tokyo 2020 per chiudere la carriera senza rimpianti, ma questi Mondiali sono un’ottima tappa per mantenersi calda e sotto i radar internazionali, per far capire che lei c’è sempre e non molla mai.
Sarà l’unica iridata nel concorso generale presente in questa edizione (Simone Biles e Aliya Mustafina sono ai box, Gabby Douglas e tutte le altre si sono ritirate). Soltanto Oksana Chusovitina ha partecipato a più Mondiali (11). Difficile dire dove potrà spingersi la bresciana perché con lei in pedana c’è da aspettarsi di tutto. Oggettivamente una finale di specialità potrebbe anche essere nelle sue corde, salire sul podio sembra pura fantascienza ma un alieno come lei è capace di mille magie. La vedremo sulla trave (ha un D Score di assoluto rilievo) e all’amato corpo libero, il suo attrezzato di punta dove sui Carmina Burana ci delizierà con diagonali pregevoli come quel tempo-Tsukahara ammirato a Eboli e qualche novità dell’ultima ora.
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