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Giovanni Soldini: ” La plastica è ovunque nei nostri mari. Serve un cambiamento radicale”

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L’allarme lanciato ieri da Orb Media riguardante l’inquinamento dei mari e delle acque da microparticelle di plastica viene ripreso e rilanciato anche dall’esperto navigatore Giovanni Soldini, che in mare ci ha speso una vita intera. E può affermare con certezza che la plastica c’è, come ha raccontato in una lunga intervista a Repubblica: “Anche volando sull’acqua a trenta nodi di velocità si vede chiaramente che ormai siamo a arrivati a un punto critico. Il mare è pieno di quella roba, nel 2050 ci sarà più plastica che pesci. E non è che questo riguarda solo chi va per mare, ma tutti noi che, alla fine, con quelle sostanze finiamo per farci i conti, anche senza saperlo“.

Il Pacifico è pieno di robe che galleggiano in giro, durante l’ultima ‘Transpac’ di notte abbiamo rotto il timone urtando contro qualcosa di grosso… Ho sentito un botto tremendo, andavamo a trenta nodi e non ho capito cosa fosse. Ma sarebbe illusorio pensare che sia un problema esotico, qualcosa di lontano da noi, da cui siamo al sicuro. È così dappertutto“. Questo scenario, infatti, si ripete anche nel Mediterraneo con “boe, cime di plastica, buste, bottiglie“, non certo edificanti per l’ambiente marino.

Ma cosa si può fare? “È un discorso culturale, molto più radicato di quanto non si creda. E occorre partire da se stessi. Dalle proprie abitudini, dai propri comportamenti: pensare in cosa possiamo migliorare e farlo. Ovviamente la cosa riguarda anche me. Io sto molto attento, ma non basta. Le faccio un esempio: per andare per mare si usano le barche. Che sono di plastica anche loro. È un esempio estremo ma serve a capire quanto nessuno si possa chiamare fuori da questa riflessione. Il problema è profondo e la soluzione deve essere radicale“.




Twitter: @Santo_Gianluca

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gianluca.santo@oasport.it

Foto: By Guido De Bortoli (Own work) [CC BY-SA 4.0], via Wikimedia Commons

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