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Pallanuoto, Stefano Posterivo: “Non siamo noi i favoriti per lo Scudetto. Mi sarebbe piaciuto allenare in NBA…”

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ESCLUSIVA OA SPORT – Abbiamo intervistato per voi, alla vigilia di una nuova stagione agonistica di pallanuoto femminile, Stefano Posterivo, allenatore plurititolato della Lantech Plebiscito Padova. Le venete tri-campionesse d’Italia in carica, nonché vincitrici della Coppa Italia 2015 e 2017, si presentano ai nastri di partenza della stagione 2017-2018 come una delle compagini più forti sul territorio nazionale, anche se, a detta del loro condottiero, le patavine non saranno le favorite n.1 per la conquista dello Scudetto, quest’anno… Scaramanzia, convinzione o umiltà? Lo potrete capire solo leggendo l’intervista a Stefano Posterivo!

Ciao Stefano. Come procede il pre-campionato del tuo Padova? In quale fase della preparazione vi trovate?

“Ciao! Pre-campionato solito: tanto lavoro, tanta fatica. Domenica cominceremo con le partite ufficiali della FIN Cup ad Ancona; doppia sfida contro NC Milano e Vela Ancona, che saranno le nostre prime partite in assoluto della nuova stagione. Siamo ancora largamente incompleti e giocare ci farà sicuramente bene… Proseguiremo poi con un allenamento congiunto sempre con la NC Milano, 7 e 8 novembre, per poi affrontare la seconda fase della FIN Cup a metà ottobre, l’ultimo test ufficiale prima del Campionato”.

Quali sono le novità dal fronte mercato? Uscite/entrate già ufficiali, giocatrici nel mirino…

“Quest’anno il mercato ci porterà delle novità: non saranno più con noi Robinson, Galardi e soprattutto il capitano Martina Savioli. Arriveranno invece due giocatrici canadesi, Alexa Tielmann e Gurpreet Sohi; ragazze molto motivate che penso possano dare il contributo necessario. Saremo sicuramente una squadra diversa dal solito con caratteristiche differenti dalle passate stagioni. Quello che non cambierà è il DNA di questo gruppo: unione, determinazione, voglia di fare. Queste cose saranno sempre una costante”.

I numeri delle ultime stagioni dicono che siete ancora voi la squadra da battere. Sei d’accordo? E’ un vantaggio o uno svantaggio, a livello mentale, partire con i favori del pronostico?

Gli ultimi anni ci hanno visto dominare la scena grazie ad un gruppo meraviglioso che si è meritato tutto lavorando sodo e mostrando forza e qualità. Il livello del nostro Campionato si è molto equilibrato negli ultimi 5/6 anni rispetto a tanti Campionati femminili dominati da una sola squadra e con al massimo due società che si contendevano i titoli. Non penso che nella prossima A1 partiremo con i favori del pronostico, almeno non come gli ultimi anni, visto che altre squadre si sono rinforzate molto con il mercato ma questo potrebbe essere ancora più stimolante. Negli anni scorsi il ruolo di favorite non ci è pesato per niente, anzi, ci gratificava. In casi come questo l’unico rischio è quello di dare per scontata qualcosa che scontata non è… Tuttavia, a parte qualche episodio isolato, siamo stati molto bravi a tenere alta concentrazione e determinazione in questi anni e il fatto di aver perso una sola partita in due Campionati e mezzo lo dimostra. Il prossimo anno vedrà un equilibrio ancora maggiore e penso che sia solo un bene per il nostro Campionato”.

A Catania e a Roma stanno allestendo ottimi organici con alle spalle apparati tecnico-dirigenziali di prim’ordine. Saranno l’Ekipe Orizzonte e la SIS le principali avversarie da temere?

Penso proprio di sì, insieme al Bogliasco. L’Orizzonte è la squadra che ha fatto più le cose in grande! La squadra di Catania è tornata quella di un tempo, una società che domina il mercato costruendo la squadra più forte, per cui reciterà un ruolo di assoluta protagonista. Anche la Roma si è mossa molto e bene sul mercato ed ha costruito una squadra che deve avvicinarsi ai primissimi posti e con l’esperienza di Formiconi sono sicuro che lo farà. Il Bogliasco sempre protagonista negli ultimi anni dovrà metabolizzare il ritiro di Teresa Frassinetti, ma credo si confermerà nelle prime posizioni”.

Hai la fortuna di allenare il capitano della nostra Nazionale, Elisa Queirolo. Cosa puoi dirci di lei, come giocatrice e come donna-guida di un gruppo affiatatissimo che gioca quasi a memoria.

Elisa è una splendida atleta, con molto carattere e personalità, doti che ha anche come persona. Mi è sempre piaciuta la sua determinazione, non molla mai un attimo, dà sempre se stessa con grande generosità ed energia. È cresciuta a dismisura, tanto da passare dall’essere quasi ai margini della Nazionale ad esserne capitano e punto di forza. Il suo arrivo a Padova, insieme a quello di Alessia Millo, ha completato il nostro gruppo fino a renderlo vincente sotto tutti i punti di vista. Penso che la vera forza di questa squadra stia nell’avere tante personalità, tanti punti di riferimento, ognuno con il proprio ruolo ma affiatato, con grande unità di intenti e consapevolezza delle proprie forze”. 

A proposito di Nazionale, come vedi il Setterosa in questo “inizio” di nuovo ciclo olimpico? Secondo te, basteranno la naturalizzazione di Izabella Chiappini e la crescita delle nostre tante giovani di valore per ricucire il gap con gli Stati Uniti campioni di tutto?

Faccio una premessa. In Italia siamo soliti cercare ragioni socio-antropologiche ogni volta che non vinciamo spesso, dimenticando una regola dello sport e cioè che esistono dei cicli, delle generazioni, dei momenti. Partiamo dal presupposto che il gap con gli USA in questo momento non ce l’ha solo il Setterosa ma tutta la pallanuoto mondiale femminile. Il sistema USA, dove lo sport si fa nelle scuole, nei college, e quindi integrato con il percorso scolastico con la possibilità di avere borse di studio e quindi una spinta in più per una giovane atleta che altrimenti non potrebbe pagarsi l’università, crea un bacino di giovani atleti molto ricco con numeri tanto diversi dai nostri. Solo nelle high school, quindi parliamo di ragazze dai 14 ai 18 anni, gli USA hanno quasi 21000 tesserate per la pallanuoto, 10 volte di più del totale delle tesserate in Italia! Questo spiega il ricambio continuo mantenendo una qualità sempre altissima. Pensiamo che gli USA hanno cambiato 6 giocatrici dalle Olimpiadi di Rio ai Mondiali di quest’anno dominando ugualmente. Per questo mi viene da ridere quando sento parlare delle più svariate e strane soluzioni per ridurre il gap, tipo la formazione di un Club Italia assoluto stile volley giovanile che torna ciclicamente di moda dopo ogni delusione. Al momento, per colmare il gap, la Federazione – che comunque ha il pregio di riuscire a proporre probabilmente i Campionati meglio organizzati in assoluto – dovrebbe inventarsi qualcosa per aumentare sensibilmente il numero delle tesserate, incentivando le società che investono sui gruppi giovanili, cercando un rapporto stretto con le scuole in modo che sia ‘riconosciuta’ e premiata l’attività sportiva, magari trovando un sistema per evitare l’alta percentuale di abbandoni prematuri di tanti tesserati tra nuoto, pallanuoto e sincronizzato. Per quel che riguarda la nostra Nazionale, sta proseguendo il lavoro con un blocco molto stabile che deve assorbire bene gli addii di Di Mario e Frassinetti ma i ricambi ci sono, basterà avere pazienza, continuare a lavorare bene e il Setterosa sarà sempre tra le grandi protagoniste nei grandi eventi”.

E per quanto riguarda il massimo Campionato maschile, sarà ancora tirannia Pro Recco…?

Il Campionato maschile soffre della monotonia imposta dallo strapotere del Recco, che sarà ancora la favorita per il titolo e che, a mio parere, ha fatto la scelta più giusta nel puntare su un solo gruppo con cui disputare sia Campionato che Coppa. Brescia e Sport Management stanno facendo un gran lavoro per cercare di ridurre il gap e forse un po’ ci sono anche riuscite. Il Brescia di Bovo in questi anni avrebbe sicuramente meritato qualche trofeo… Sport Management si è ulteriormente rinforzata con gli arrivi di Figlioli e Fondelli e può recitare un ruolo da protagonista. Le difficoltà di Posillipo e Acquachiara rischiano di mettere ai margini una delle capitali della pallanuoto come Napoli, che in questo momento vede solo la Canottieri nell’elite del Campionato”.

Chiusura “leggera”. Se non fossi stato il coach della Lantech Plebiscito Padova, quale squadra in quale sport

Sono un appassionato di pallacanestro, ironizzando su me stesso mi definisco il Cesare Rubini dei poveri avendo praticato sia pallanuoto che pallacanestro a livello agonistico. Quindi, mi sarebbe piaciuto allenare una squadra di basket di serie A…se proprio mi vuoi far sognare, allora esagero e ti dico una squadra NBA: Los Angeles Lakers”.





giuseppe.urbano@oasport.it

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Foto: Giorgio Scarfì

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