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Qualificazioni Mondiali 2018: Italia, urge un esame di coscienza. Modulo azzardato, ma la cultura calcistica va rinnovata

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Un’ecatombe in salsa spagnola. La notte più buia dell’Italia di Ventura non è frutto del caso, ma trae le sue origini da una cultura calcistica che necessita di un profondo rinnovamento, oltre che da un azzardo che non ha dato i suoi frutti. Il ct Giampiero Ventura, forte delle recenti vittorie con l’assetto a quattro punte, ha deciso di presentarsi al Bernabeu con un modulo iperoffensivo, schierando contemporaneamente Candreva, Insigne, Belotti e Immobile, ma quella che sembrava una scelta coraggiosa, si è rivelata a conti fatti un suicidio, dato che l’Italia è stata letteralmente surclassata sul piano della manovra, costruendo poco e prestando il fianco alle scorribande di Isco e ai colpi sopraffini di Iniesta, autentico dominatore del centrocampo.

Ma il tracollo dell’Italia è anche l’emblema della differenza abissale tra due mentalità agli antipodi. La Spagna è stata in grado di avviare in tempi molto brevi un ricambio generazionale di assoluto livello, inserendo Isco, Asensio e Morata in un contesto già ampiamente collaudato e consolidato dai trionfi dell’ultimo strepitoso decennio. L’Italia, invece, fa fatica a trovare una collocazione ai vari Verratti, Insigne e Rugani, che non riescono a fare ancora la differenza in Nazionale e sembrano sempre sul punto di compiere quel salto di qualità che li consacrerebbe in ambito internazionale. Ed anche Belotti, da molti ritenuto uno degli attaccanti più promettenti del panorama mondiale, non dispone di un bagaglio di esperienza adeguato per fronteggiare le sfide decisive col piglio di un campione affermato.

Accade così che Ventura si ritrovi nella condizione di dover fare affidamento su elementi come Buffon e Barzagli, due leggende del calcio italiano, che però sono ormai alla fine della loro gloriosa carriera e hanno accumulato qualche ruggine che li ha resi vulnerabili in più di un’occasione. Entrambi hanno tolto le castagne dal fuoco all’Italia per oltre dieci anni, ma alle loro spalle scalpitano giovani talenti che hanno urgente bisogno di scrollarsi di dosso il peso della maglia azzurra per poter un giorno ambire ad essere i loro degni eredi e regalare soddisfazioni al Bel Paese. Altrettanto discutibile è stata la scelta di affidare la fascia sinistra a Spinazzola, reduce da un’estate da separato in casa all’Atalanta a causa della sua decisione di puntare i piedi per agevolare il trasferimento, per ora sfumato, alla Juventus.

Non è soltanto nei singoli però che l’Italia è apparsa inferiore alla Spagna, bensì nel collettivo. Un gruppo privo di nerbo si è sciolto come neve al sole nella notte del Bernabeu, distanziando di anni luce il ricordo del recente trionfo negli ottavi degli Europei 2016 da parte dell’Italia guidata dal condottiero Antonio Conte. Adesso, però, arriva la parte più complessa della missione azzurra: la qualificazione ai prossimi Campionati Mondiali, infatti, passerà attraverso un probabile secondo posto nel gruppo G e i conseguenti spareggi, ultima spiaggia per una Nazionale che spera di passare alla storia per le future vittorie piuttosto che per un fallimento epocale.



mauro.deriso@oasport.it

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Foto: Twitter UEFA Euro 2016

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