Seguici su

Precisione

Tiro a volo, il triste addio del double trap. Senza le Olimpiadi, una disciplina storica rischia l’oblio

Pubblicato

il

Quella a Mosca è stata l’ultima apparizione in un Mondiale del double trap come disciplina olimpica. Come ormai noto da mesi, infatti, uno dei capisaldi del tiro a volo scomparirà dal programma a cinque cerchi a partire dall’edizione di Tokyo 2020, in favore dell’introduzione della gara mista (uomini e donne) di trap a squadre.

La scelta, ufficializzata dalla Comitato Esecutivo della Federazione Internazionale degli Sport di Tiro, stando alle dichiarazioni, è stata dettata dalla volontà di ripristinare la parità di genere. Dello stesso avviso non sono però le centinaia di tiratori specializzati nel double trap, disciplina che ora rischia seriamente di subire una netta flessione verso il basso, sia nell’interesse che nel numero dei praticanti.

Troppo grande, infatti, il fascino delle Olimpiadi per poter accettare serenamente una decisione di questo genere. Non ci sarà da stupirsi, infatti, se molti tiratori abbandoneranno il double trap per dedicarsi ad altre discipline del tiro a volo, come trap o skeet, alle quali però non saranno abituati e sicuramente necessiteranno di tempo per l’adattamento. I metodi di allenamento e i format delle gare sono completamente diversi e sarà difficile riuscire a competere ad armi pari, almeno dall’inizio, con i trappisti e gli skettisti specializzati da più tempo.

Alcuni atleti, come il nostro Daniele Di Spigno, hanno addirittura annunciato che quella appena conclusasi ai Mondiali di Mosca è stata l’ultima gara della carriera: “Il rammarico più grande è quello di vedere la fine di una storia importante, fatta di tanti tiratori di talento, sia navigati come me sia più giovani, e con un futuro che, malgrado le idee di chi l’ha cancellata, poteva proseguire il suo cammino olimpico per molto tempo ancora. Da domani quella che è la specialità più spettacolare non ci sarà più. Per me è l’ultima gara. Io ed i miei compagni di squadra volevamo sparare con il lutto al braccio, ma poi ci abbiamo ripensato. Purtroppo questo gesto non avrebbe influito in nessun modo sulle decisioni già prese altrove” – ha spiegato il nativo di Roma, già oro mondiale nel 1999 e nel 2002, al termine della finale iridata di Mosca.

Sulla stessa lunghezza del campione romano, detentore solo pochi mesi fa del record mondiale con il nuovo format, si era pronunciato anche il Mirco Cenci, il ct del double trap, che naturalmente vede anche il proprio operato a rischio a causa della cancellazione dal programma olimpico. Queste le sue parole pronunciate al termine della tappa di Coppa del Mondo 2017 a New Delhi: “Provo enorme rancore nei confronti di chi a Rio mi ha stretto la mano, ma con l’altra impugnava il coltello per uccidere l’agnello sacrificale ed eliminare la più spettacolare tra le specialità del tiro a volo. Potrei star qui a raccontarvi la storia di venti anni di sacrifici e sudore sulle pedane, piuttosto che nelle sale dei grandi alberghi, dove tre burocrati decidono le sorti degli atleti. Resto dell’idea che siano tre i burattinai che hanno tirato i fili del teatrino

Il double trap si disputò per la prima volta alle Olimpiadi intermedie di Atene 1906, per poi rientrare nel programma a cinque cerchi a partire da Atlanta 1996, e ha fruttato all’Italia tre argenti con Albano Pera (1996), Francesco D’Aniello (2008) e Marco Innocenti (2016).

Clicca qui per mettere “Mi piace” alla nostra pagina Facebook
Clicca qui per iscriverti al nostro gruppo Facebook
Clicca qui per seguirci su Twitter

Foto: Pagina Facebook Daniele Di Spigno

Pubblicità

Dalla Home

Pubblicità

Facebook

Pubblicità