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Volley, tutti i problemi dell’Italia: poco spazio ai giovani, tanti stranieri in squadra, buchi nei ruoli e il futuro…

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L’Italia è stata eliminata dagli Europei 2017 di volley maschile uscendo ai quarti di finale dopo essere stata surclassata dal Belgio. La nostra Nazionale, senza Juantorena e Zaytsev, ha evidenziato dei limiti tecnici importanti che sono venuti a nudo contro una buona squadra che però non occupa certamente i piani più alti dei ranghi internazionali. I Red Dragons ci hanno messo sotto con muri e difese, trascinati da uomini che hanno militato e militano nella nostra SuperLega come Van Den Dries, Van De Voorde, Deroo e Verhees. Proprio da qui si può partire per cercare di fare un’analisi sulle difficoltà del nostro movimento.

I giovani italiani non riescono a trovare spazio nelle squadre di Serie A1, spesso sono costretti alla panchina o nemmeno vengono inseriti in rosa, schiacciati da stranieri che vengono ben svezzati e poi crescono dando forza alle rispettive Nazionali (basta guardare i roster degli Europei in corso e si capiscono tante cose). Sembra quasi che le società non vogliano dare fiducia alla nostra linea verde, che non ci sia il coraggio di gettare nella mischia degli elementi promettenti con la paura incomprensibile di “bruciarli”.

Più di mezza Nazionale proveniva da Trento e se guardiamo ai sestetti titolari della stagione che scatterà tra un mese non si vedono delle anagrafiche di primo pelo e gli stranieri spesso non sono stelle irrinunciabili. L’Italia è sbarcata in Polonia con Oleg Antonov titolare (non ha praticamente giocato per tutto l’anno tra le Dolomiti) e con Iacopo Botto riserva, giocatore tutto cuore ma che a 30 anni sembra ormai essere arrivato ai suoi massimo livelli.




 

L’obbligo di schierare tre italiani in campo contemporaneamente non sembra aver portato grandissimi benefici (a volte anche degli stranieri possono essere utilizzati per “aggirare” la regola), non si riesce a fare crescere i giovani e i risultati sono purtroppo evidenti. Il Club Italia in Serie A2 sta faticando, ci sono delle figure promettenti come i figli della Generazione dei Fenomeni (Davide Gardini e Diego Cantagalli su tutti) che non avranno spazio tra le grandi e chissà quando riusciranno a spiccare il volo (un paio di settimane fa sono arrivati noni ai Mondiali U19).

Il futuro non sembra essere dei più rosei, mancano degli schiacciatori di rilievo che possano dare delle garanzie ed è questo il ruolo più problematico. Abbiamo invece dei buoni centrali (su tutti Daniele Mazzone e Fabio Ricci sono arrivati agli Europei), c’è Luca Spirito alle spalle di Simone Giannelli e il libero del futuro è Fabio Balaso che in Polonia si è alternato con Massimo Colaci ma siamo davvero contati. Urge davvero correre i ripari, le società, la Federazione, la Lega, gli allenatori, i giocatori devono parlare e trovare un punto d’incontro. Non si può far finta di niente in uno sport che ha sempre regalato tante soddisfazioni all’Italia e con un numero i praticanti davvero importante, con un seguito così numeroso (basta guardare i dati d’ascolto della Rai).

 

1 Commento

  1. Nany74

    2 Settembre 2017 at 11:04

    Sono parzialmente d’accordo con le responsabilità della Lega che, di sicuro ci saranno, ma che non sono le uniche. La “generazione dei fenomeni” è stata il frutto di progetti a lungo termine avviati da società serie, che aveva un vero interesse nell’investire in uno sport. Domanda: quale società di serie A vi da questa impressione? A me sembrano tutte finalizzate a raccogliere tutto e subito, come se il futuro fosse talmente incerto che è meglio l’uovo oggi perché la gallina è già mezza morta. Questo è il problema! Trento ha dimostrato che qualcosa si può fare: Giannelli e Nelli (prelevato dal Camaiore con notevole lungimiranza…) ne sono la prova, ma è ovvio che una società sola non può fare miracoli. Pensate se tutte le società riuscissero a sfornare ameno un giocatore italiano degno di nota, ci sarebbe l’imbarazzo della scelta, proprio come per la generazione di Lucky & C. …se si fanno due conti non sembra una cosa impossibile no? E senza toccare regole o altro che ci penalizzerebbero nelle competizioni europee (cara FIVB, vai pure a cagare tu e tutte le tue teste –vuote– pensanti!!). Quindi cari presidenti, cari dirigenti di Lega, cari investitori, ragionate prima di comprare uno straniero scarso per farlo crescere: costa davvero meno di un italiano giovane e promettente? Meditate gente….meditate….

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