Ciclismo
Vuelta a España 2017: tappa a Majka, Vincenzo Nibali ci prova in tutti i modi ma Chris Froome resiste
Per un Rafal Majka che vince, nella quattordicesima tappa della Vuelta a España 2017, c’è un Vincenzo Nibali che convince appieno, ma è costretto a sorridere solo per metà a causa di un Chris Froome che è riuscito a non cedere nonostante gli attacchi del siciliano. Sierra de la Pandera, una salita di 12 chilometri durissima, ci ha regalato un’emozionante testa a testa tra gli uomini di classifica e un vincitore d’eccezione, ma sono stati quasi trascurabili i cambiamenti nella generale nonostante una frazione accesa sin dai primi chilometri e molto emozionante.
Partenza tranquilla, con diversi attacchi ma medie non eccelse fino a quando è partita la fuga buona, formata da 10 corridori: Rafal Majka, Patrick Konrad (Bora-Hansgrohe), Alexis Gougeard (AG2R-La Mondiale), Simon Clarke, Davide Villella (Cannondale-Drapac), Rui Costa (UAE Team Emirates), Bart De Clercq (Lotto-Soudal), Luis Angel Mate (Cofidis), Stefan Denifl (Aqua Blue Sport) e Ricardo Vilela (Manzana Postobon). Villella ha sfruttato l’occasione per raccogliere qualche punto per la classifica di miglior scalatore.
La corsa, in gruppo, si è accesa molto presto. Inizialmente, infatti, il Team Sky aveva lasciato scivolare i fuggitivi ad oltre 7′: Bahrain-Merida, Trek-Segafredo e Astana, però, hanno cambiato il solito canovaccio mettendosi davanti e aumentando il ritmo per riportarsi vicino ai fuggitivi, magari mettendo anche in leggera difficoltà Chris Froome, fuori dalla sua zona di confort, probabilmente a causa di condizioni fisiche non eccelse del britannico che hanno fatto ben sperare i contendenti.
Oltre queste squadre, poi sono arrivate anche Katusha e QuickStep-Floors, che ha selezionato il gruppo sulla penultima salita di giornata, il Gpm di seconda categoria dell’Alto Valdepeñas de Jaén, portando il gruppo a meno di 2′ dai fuggitivi ai piedi della salita finale. Verso Sierra de la Pandera, Majka è rimasto da solo al comando tra i fuggitivi, cercando un’autentica impresa per trovare un successo di tappa che sembrava essere sfuggito alle possibilità della fuga.
Invece il gruppo principale è stato tirato dagli uomini dell’Astana, che hanno fatto il ritmo in favore di Miguel Angel Lopez fino a 5 chilometri e mezzo dalla Vuelta, quando Wout Poels e Mikel Nieve hanno preso la testa del gruppo facendo ritmo regolare per Froome. Bardet (AG2R) e Carapaz (Movistar) hanno provato un primo attacco, ma a 4 chilometri dalla conclusione ha attaccato Esteban Chaves, primo uomo di classifica. Al colibrì dell’Orica-Scott hanno risposto Alberto Contador (Trek-Segafredo) e Vincenzo Nibali (Bahrain-Merida), che sembrava stare meglio di tutti gli avversari. Froome, invece, ha pagato l’allungo ma grazie prima a Poels e poi ad un’accelerazione portata praticamente ad un chilometro dalla fine della salita (a 1000 metri dal traguardo) è riuscito a chiudere definitivamente il buco.
Majka è riuscito a resistere al comando, chiudendo al primo posto con vantaggio su Lopez, che nel finale è riuscito ad evadere dal gruppo, mentre Nibali ha vinto lo sprint per la terza posizione davanti a Froome, recuperando 4” grazie all’abbuono. Invariata, nelle primissime posizioni, la classifica, con Nibali che però si è riportato a 55” di distacco dalla maglia rossa e la prima posizione in classifica. Per quanto riguarda la tappa odierna, Ilnur Zakarin (Katusha) e Wilco Kelderman (Sunweb) hanno tagliato il traguardo in quest’ordine alle spalle di Froome, mentre Contador ha perso 6” da questo plotoncino. Decimo Aru a 30” da Nibali, appena dietro Chaves che anche oggi ha ceduto qualcosa.
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gianluca.santo@oasport.it
Foto: Pier Colombo