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Vuelta a España 2017: Vincenzo Nibali, un anno a livelli altissimi con due grandi podi. Cosa è mancato per la vittoria?

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L’annata agonistica di Vincenzo Nibali volge ormai al termine: nonostante un possibile Mondiale e il Giro di Lombardia siano ancora strade percorribili, i suoi obiettivi primari sono ormai alle spalle. Il bilancio recita di un terzo posto al Giro d’Italia e di un secondo posto alla Vuelta a España. In entrambe le occasioni due risultati soddisfacenti, ma raramente nell’arco dei 42 giorni di corsa il corridore della Bahrain-Merida è sembrato nella posizione di poter ottenere il massimo risultato.

Il doppio podio, in ogni caso, ci restituisce l’idea di un corridore completo, maturo e capace di destreggiarsi anche tra avversari più giovani e sulla carta più forti. Resistente in salita, competitivo a cronometro ma lontano dai vari Froome e Dumoulin, che si sono spartiti i tre grandi giri stagionali con prestazioni di primissimo piano contro il tempo per poi gestire in salita, anche se nell’ultima Vuelta Froome ha dimostrato di avere qualcosa in più di Vincenzo anche sulle brevi salite, quelle in cui è necessario il cambio di ritmo.

Una componente che a Vincenzo è costata cara: al Giro, per esempio, ha pagato dazio ad Oropa, mentre alla Vuelta ha accumulato un distacco non trascurabile sui vari strappetti che caratterizzavano i finali di tappa e che invece Froome sembra digerire molto meglio. Questa tendenza va ormai avanti da anni ed è il tallone d’Achille dello Squalo, che per il resto si esalta su salite lunghe e impegnative (basti pensare al doppio Stelvio di quest’anno) e nelle sue amate discese, anche se alla Vuelta ha dovuto alzare bandiera bianca sull’Angliru per una caduta nella discesa precedente.

È difficile, forse impossibile rispondere alla domanda del titolo. A Nibali, forse, manca quel salto di qualità da fare nelle tappe giuste, la capacità di staccare tutti gli avversari e di guadagnare terreno in maniera sensibile. Il cuore, la tenacia e il livello medio di Nibali non possono essere messi in discussione, ma non sempre, nonostante la sua immensa classe, riuscirà a trovare soluzioni come quella magica del Giro d’Italia 2016. Con un Froome che sembra ancora lontano dal calo, Dumoulin e Quintana che sembrano ormai pronti per insidiarlo, che spazio si può ritagliare il Nibali visto in questo 2017? La prossima stagione potrebbe essere l’ultima, l’età anagrafica e atletica iniziano a farsi sentire, in cui può vincere il Tour de France, prima di imboccare una possibile parabola discendente. O punterà sul Giro d’Italia per conquistare la terza maglia rosa della carriera con un campo partenti sulla carta leggermente inferiore a quello della Grande Boucle? La vera domanda, però, è questa: Vincenzo sarà ancora in grado di mettere a segno quei colpi da KO che gli hanno consentito di vincere tanto in carriera o le prestazioni di quest’anno, di altissimo livello ma mai in grado di fare la differenza, si ripeteranno anche il prossimo anno portandolo magari ad un altro podio in un grande giro prima di puntare al Mondiale di Innsbruck?

 




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Foto: Pier Colombo

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