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Basket, Bogdan Tanjevic: “Dobbiamo ripartire dai giovani e dalle basi. Serve tempo e bisogna iniziare al più presto”

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Una nuova sfida per Bogdan Tanjevic, il tecnico che portò l’Italbasket sul tetto d’Europa nel lontano 1999. Sono passati 18 anni e dopo aver incantato in mezza Europa e vinto ovunque Boscia ha lasciato definitivamente la panchina per vestire un altro ruolo, quello del direttore tecnico delle squadre nazionali italiane.

Una salita ripida quella che si appresta ad affrontare il 70enne di Pljevlja (Montenegro). Nel Bel Paese la pallacanestro in grande difficoltà e la crescita dei talenti procede lentamente. E su questi temi che Tanjevic è intervenuto durante il consiglio federale della Fip per spiegare le linee guida del rilancio della disciplina nei nostri confini.

Dobbiamo cominciare dai giovani e dalla base – le prime parole del montenegrino intervistato dalla Gazzetta dello Sport – Vedo cose incredibili in campo, ragazzi che neppure sanno fare il terzo tempo. Il tiro non lo voglio neppure nominare. Il lavoro è lungo ma bisogna partire al più presto, confessa Boscia.

Mi hanno insegnato che bisogna rischiare sempre, sempre – sottolinea Tanjevic – Fatevi un giro in Europa, i migliori ventenni hanno già due-tre stagioni da 20 e passa minuti nei loro club. Da noi i tempi sono tutti più lunghi, si arriva in Nazionale tardi. E’ chiaro che così non si puà più andare avanti”.

L’ex tecnico precisa che manca il reclutamento: “Bisogna tornare a lavorare sui settori giovanili. Quante sono le società che oggi lo fanno in Italia? Una, due?..Non saprei quantificare quanto tempo ci vorrà ma bisogna iniziare immediatamente“. Entrando nello specifico, Tanjevic si sofferma sulla necessità di trovare cestisti con certe caratteristiche coinvolgendo uno dei suoi pupilli, tra i protagonisti dell’ultimo successo azzurro del ’99, ovvero Gregor Fucka: “Girerà un po’ per scovare gente soprattutto alta e grossa. Ha una voglia incredibile e soprattutto vuol dare loro libertà nella costituzione della selezione under14. Tanto ormai si gioca ovunque solo pick ad roll, spesso si sa fare solo quello. Mancano i ragazzi che creano, va sviluppata la tecnica di ogni singolo. Ecco perchè parteciperemo a tornei internazionali, bisogna confrontarsi”.

E poi non manca un attacco deciso al format della serie A: Ha delle regole davvero orribili, da cambiare al più presto. Sarebbe la soluzione migliore avere due italiani fissi in campo ma mi rendo conto che è di difficile attuazione. Si potrebbe puntare ad una riduzione graduale degli stranieri. Oggi i tre extracomunitari e i quattro comunitari giocano spesso con 7 americani, un’assurdità. Mediamente vengono utilizzati 8 giocatori in ogni squadra, al massimo nove. Quindi, gli italiani non giochiamo mai. E’ qui che bisognerà intervenire. Si potrebbero intanto proporre 6 stranieri senza distinzione e 6 italiani. Quindi, diminuirli di uno a stagione per due anni per andare a regime con 4 stranieri e 8 italiani: sarebbe interessante finalmente vedremo gente che gioca.

Boscia non teme le ripercussioni che una scelta del genere potrà avere sui club pensando di poter arrivare ad un accordo e sul fatto che in Slovenia, Paesi di 2 milioni di abitanti, si riesca ad avere una compagine così competitiva precisa: Non sono nazioni paragonabili. Lì a dieci anni giocano tutti a basket, nelle scuole elementari e già si fanno tornei, ci sono palestre ovunque, i ragazzini si allenano tre volte a settimana. In poche parole, si lavora di più“.

 





 

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giandomenico.tiseo@oasport.it

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Foto: profilo twitter Fip

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