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Calcio
Calcio, Playoff Qualificazioni Mondiali 2018: Italia, scaccia i fantasmi! Basta parlare di catastrofi e cataclismi. Bisogna vincere e basta
“Meglio prendere l’Irlanda del Nord o l’Eire? No, dai, tutta la vita la Grecia…”. Sono questi i discorsi che orbitano attorno alla Nazionale Italiana di calcio, ufficialmente ai playoff, programmati tra il 9 e l’11 novembre (l’andata) e tra il 12 e il 14 (il ritorno), e testa di serie nel sorteggio del 17 ottobre a Zurigo grazie alla vittoria di ieri a Scutari contro l’Albania, ultima partita del gruppo G di qualificazione ai Mondiali 2018 in Russia.
Un successo importante, oltre che per il risultato in sé, per il morale. Gli uomini di Giampiero Ventura, pur giocando male per larghi tratti della partita, sono riusciti a centrare il bersaglio grosso grazie alla forza di volontà ed alla determinazione, armi fondamentali per affrontare gli spareggi. Un’Italia che, anche in Albania, è apparsa però ancora frenata dal punto di vista psicologico e condizionata dal KO di Madrid contro la Spagna.
Quella sconfitta in terra iberica ha avuto delle conseguenze devastanti nelle certezze dei calciatori italiani e si spera che la sassata di Candreva, sotto l’incrocio dei pali della porta di Berisha, dia modo al gruppo azzurro di ritrovare se stesso. Si è parlato troppo di catastrofi o di “Apocalisse” in quest’ultimo mese, tra la paura di replicare il Mondiale del 1958, edizione nella quale l’Italia non si qualificò per la Fase Finale, e l’incidenza di certe assenze.
Questa squadra ha le necessità di credere più in se stessa perché, pur non essendoci fenomeni in alcune zone del campo, non può certo pareggiare in casa contro la Macedonia (n.103 del ranking Fifa) e pensare che l’inserimento di tizio o caio possa cambiare drasticamente il corso degli eventi. Certo, alcune defezioni nella zona mediana sono state pesanti ma la maglia azzurra deve essere da stimolo per chi vede meno il rettangolo di gioco a dare il 110%. Arrendevolezza, paura e scarsa grinta non possono portare questa compagine lontano e qualunque possa essere l’avversario nei playoff, i ragazzi di Ventura hanno il dovere di svegliarsi dal proprio torpore.
Un desiderio di rivalsa che deve avere anche il CT, apparso, ultimamente, un po’ in confusione. La proposta di vari moduli di gioco, portando alcuni calciatori a coprire zone del campo non abituali, non è stata certo da aiuto. L’allenatore azzurro, pertanto, dovrebbe riflettere anche sul suo progetto seguendo maggiormente un modello che il campionato sta dando: gran parte delle formazioni in Serie A gioca con un tridente offensivo ed una punta centrale forte fisicamente. Lorenzo Insigne, ad esempio, in Nazionale sembra un altro giocatore. Perché? La risposta non è complicata: non può avere cognizione dei movimenti richiesti come nel Napoli. Di qui la domanda: adottare un sistema che dia modo ai calciatori di non dover ripartire tatticamente quasi da zero è così sbagliato? Interrogativi che qualunque appassionato di calcio si sarà posto e forse lo starà facendo anche il tecnico tricolore.
Si spera la vittoria di ieri sera dia più lucidità sia ai calciatori che a chi siede in panchina, perché l’Italia può e deve andare in Russia.
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giandomenico.tiseo@oasport.it
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Foto: fonte libera Figc